La ‘dissidente’ Nugnes, che nei mesi di governo gialloverde ha espresso forti critiche a Di Maio e Conte, si prende una piccola rivincita. Adesso che l’alleanza non è più con la Lega ma col Pd possono rimediare all’errore di aver alimentato i consensi della Lega e l’ascesa di Salvini.
“Il contributo dato per un anno da Conte, Di Maio e tutti i suoi alla crescita di una Lega sovranista è qualcosa di cui non si parla più – ha spiegato Nugnes- Eppure per molti oggi, come per la sottoscritta, sono chiamati proprio a rimediare, un ‘ravvedimento operoso’ di tipo politico, per una diminuzione della pena, quella dei consensi. Nei fatti sono proprio loro, a formare questo governo di ‘emergenza democratica’ contro il pericolo ‘fascista e sovranista’ che hanno incubato, alimentato e fatto crescere in questi 14 mesi di governo giallo verde. Nei fatti – ha concluso Nugnes – che lo vogliano o meno, stanno ammettendo la propria colpa e agli occhi degli elettori provando a rimediare ai propri errori”.
Salvini all’attacco di Di Maio
Lontani i tempi delle pacche sulle spalle, ormai gli ex vicepremier Salvini e Di Maio se le suonano di santa ragione. Il leader leghista, fautore della caduta del governo, attacca il capo politico dei 5 Stelle: “Ieri era il partito di Bibbiano e degli elettroshock ai bambini, oggi gli danno il ministro della Famiglia – ha evidenziato riferendosi alle deleghe assegnate al Pd all’interno del governo Conte bis – Che tristezza dover rinnegare le proprie idee per quattro poltrone”. Ma questo è uno dei tanti attacchi che non stanno portando bene al leeader del carroccio.
I sondaggi Piepoli
Salvini e Di Maio pagano lo scotto della confusione politica che hanno generato negli ultimi tempi e scendono nei sondaggi relegati entrambi al 30 per cento con un calo, rispettivamente di 8 e 3 punti percentuali. Considerati al pari dell’’antipatico’ ex premier Matteo Renzi che come loro guadagna il 30 per cento dei consensi, ma facendo segnare una crescita del 2 per cento. A confermarmarsi il più amato dagli italiani è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella con il 66 per cento. Segue il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, secondo con il 60 per cento, più 5. Più graditi di Di Maio e Salvini anche Paolo Gentiloni, con un 43 per cento e Nicola Zingaretti, che registra un 40 per cento.