BEIRUT– Centinaia di migliaia di libanesi sono scesi nelle strade per protestare contro lo stallo politico e la corruzione, nella più vasta delle manifestazioni che in quattro giorni hanno alzato la tensione nel Paese e minacciato la coalizione al governo. A Beirut, Tripoli e Tyre i dimostranti hanno invaso le strade al grido “rivoluzione” e “vogliamo la caduta del governo”. A innescare la protesta è stata la proposta, giovedì, di una tassa sulle chiamate via WhatsApp e altri servizi di messaggeria. Il governo ha ritirato l’idea, ma i dimostranti hanno a quel punto manifestato contro il sistema politico, le misure di austerità e la carenza di servizi e infrastrutture.
La crisi
Secondo la Banca mondiale più di un quarto della popolazione libanese vive sotto la soglia di povertà, mentre la classe politica è rimasta pressoché invariata dalla guerra civile degli anni ’70-’90. Il Libano è 138esimo su 180 posizioni nell’indice di corruzione di Transparency International del 2018. Mentre il premier Saad Hariri ha chiesto ai membri del governo provenienti da vari blocchi politici di sostenerlo, quattro ministri di un partito cristiano si sono dimessi sabato.
Il caso
Hariri ha dato un ultimatum al governo per approvare misure chiave entro lunedì notte, ma non è chiaro quale sia la sua minaccia. La rabbia pubblica era già esplosa a luglio quando il Parlamento aveva approvato un piano d’austerity nell’ambito degli sforzi per applicare riforme necessarie se il Paese vuole sbloccare assistenza economica per 11 miliardi di dollari da parte di attori internazionali.
LaPresse
Libano, cresce protesta: centinaia di migliaia sfilano nelle strade
Centinaia di migliaia di libanesi sono scesi nelle strade per protestare contro lo stallo politico e la corruzione, nella più vasta delle manifestazioni che in quattro giorni hanno alzato la tensione nel Paese e minacciato la coalizione al governo.