Libia, Moavero: “Su data elezioni, l’Italia è in disaccordo con la Francia”

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Enzo Moavero Milanesi

Roma – Tra il Quai d’Orsay e la Farnesina c’è “disaccordo” sulla data delle elezioni in Libia. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, questa volta, non ha usato giri di parole: “Siamo in disaccordo con la posizione del governo francese, che sostiene che le elezioni in Libia debbono tenersi il 10 dicembre”, ha dichiarato alle commissioni Esteri di Senato e Camera.

“Non vogliamo subire imposizioni”

A parere di Moavero, questa data deve essere “riconsiderata” in attesa che ci siano le effettive condizioni per organizzare le elezioni. “Noi non cerchiamo il bisticcio con la Francia. Cionondimeno, noi non vogliamo nemmeno subire delle imposizioni – ha detto il capo della diplomazia italiana -. Il dialogo c’è, ma quando parliamo di governo delle migrazioni non abbiamo la stessa visione, e questo ci dispiace“.

In disaccordo con la Francia

L’Italia ha intenzione di organizzare una conferenza sulla Libia, nella prima metà di novembre, in Sicilia. L’isola è il simbolo “della mano tesa al di là del Mediterraneo”, ha aggiunto Moavero, spiegando che c’è su questo invece c’è accordo con Parigi. Alla conferenza parteciperanno anche Paesi dell’Ue, l’Unione europea, l’Unione africana, la Lega araba e l’Onu.

Il ministro degli Esteri si è recato lunedì in visita al generale Haftar a Al-Rajma, nella periferia sud-est di Bengazi. La Farnesina ha pubblicato un comunicato spiegando che “il percorso politico in corso deve proseguire attraverso delle elezioni ordinate e trasparenti, svolte in condizioni adeguate di sicurezza”

Ingerenze straniere in Libia

A fine luglio, la ministra per la Difesa Elisabetta Trenta aveva denunciato delle “ingerenze straniere” in Libia, sottolineando che a suo parere un’accelerazione del processo elettorale non aiuterebbe la stabilizzazione.

Ad inizio settembre, il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini aveva detto che “la mia paura è che qualcuno, per motivi economici nazionali, metta in pericolo la stabilità di tutta l’Africa del Nord e, di conseguenza, anche l’Europa“.

Salvini aveva detto di pensare “a qualcuno che è andato a fare la guerra quando non la si doveva fare, e che ora fissa delle date senza avvertire gli alleati, l’Onu e i libici”. L’allusione, ovviamente, è alla Francia.

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