Libia, spari su migranti e rifugiati. Fuggivano da trafficanti di esseri umani

Si parla di almeno 15 vittime e numerosi feriti, fuggivano da una prigione clandestina

Libia, migranti in fuga
AFP/LAPRESSE

TRIPOLI (Rita Sparano) – Spari in Libia contro circa 100 persone. Fuggivano da trafficanti di esseri umani, che, dopo essersi accorti della fuga dei loro prigionieri, hanno inseguito il branco di individui e provato a ricatturarli o ad abbatterli. Si trattava per lo più di migranti e rifugiati. Tentavano la fuga da una prigione clandestina che si trova nel nordovest della Libia, quando sono stati infine raggiunti dai loro aguzzini e aggrediti con colpi d’arma da fuoco. Le informazioni sui fatti arrivano da Medici senza frontiere, che comunica l’uccisione di diverse persone, oltre al ferimento di numerosi fuggitivi.

L’organizzazione medica internazionale afferma inoltre che nella città di Bani Walid i soggetti in fuga sono stati ricevuti dalle persone locali, che hanno tentato di nasconderli. Tra costoro anche membri delle forze di sicurezza, che hanno provato a proteggere i fuggiaschi durante la fuga da uomini armati che tentavano di ricatturarli.

Almeno 15 persone uccise in Libia

Medici senza frontiere riporta il bilancio della fuga, avvenuta mercoledì sera. Sarebbero almeno quindici le persone ammazzate. Decine di altri fuggiaschi, quasi tutti donne, sarebbero invece state lasciate indietro. Msf spiega che i sopravvissuti alla fuga hanno riferito che almeno 15 persone sono state uccise e che 40 persone, per lo più donne, sono state lasciate indietro. I medici di Msf hanno accolto e soccorso finora 25 feriti al Bani Walid General Hospital. Sette di loro sono giunti in ospedale con fratture multiple e gravi ferite d’arma da fuoco.

I sopravvissuti sarebbero adolescenti

Msf dice di aver soccorso in gran parte pazienti adolescenti. I ragazzi provenivano dall’Africa, in particolare da Somalia, Etiopia ed Eritrea, in cerca forse di un futuro migliore in Europa. Lo staff medico ha rinvenuto sui corpi degli individui cicatrici e bruciature elettriche, segni delle atroci torture subite dai prigionieri.

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