NAPOLI – Cambiare pur restando se stessi, al di là della convenienza. E’ questo lo spirito con cui Forza Italia si appresta ad affrontare i prossimi appuntamenti elettorali convinto di riguadagnare terreno rispetto agli amici della Lega grazie alla discesa in campo di Silvio Berlusconi alle europee. A parlarne con Cronache il deputato Antonio Pentangelo.
Onorevole, cosa pensa del mutamento in atto nel centrodestra? Crede sia necessario marcare delle differenze con la Lega?
Credo che Forza Italia debba restare coerente a quelli che sono i valori che negli anni ha espresso. Valori che non devono necessariamente essere contrastanti rispetto a quelli della Lega, anche perché con loro abbiamo scritto insieme un programma di governo.
Un programma invalidato dal contratto ‘governativo’ tra Lega e 5 Stelle…
Capita spesso in Parlamento di chiedere, su misure proposte dai 5 Stelle, ai colleghi della Lega, seduti vicino a noi durante le votazioni, un’azione comune nel rispetto degli impegni che abbiamo sottoscritto con gli italiani. Non abbiamo ansia da distinzione anzi, vorremmo venissero mantenuti quei valori per cui ci siamo sempre battuti, condivisi con la Lega come la legittima difesa, che sosteniamo in Parlamento. Fi deve restare coerente ai valori della libertà, dell’ alleggerimento fiscale e burocratico. Anche per questo siamo perplessi rispetto ai risultati che si potranno raggiungere, in termini di benessere, con il reddito di cittadinanza o quota 100. Vedremo alla prova dei fatti. Abbiamo fatto una lotta in Parlamento proprio per rivendicare tutto ciò, ma solo il passare del tempo e la verifica materiale ci permetterà di dire se tale misura va bene o va male. Certo è che per noi resta il timore legato all’aumento dell’Iva per il 2020, ma capisco che c’è chi pensa di più alle europee. Comprendo chi ne fa materia prettamente elettorale, ma ovviamente non condivido.
Forza Italia può essere credibile rispetto ai cambiamenti dell’Ue invocati da più parti, considerato che in Europa avete rivestito ruoli importanti e seduto ai tavoli che hanno reso l’Unione quello che è oggi?
Può apparire come un amarcord, ma quando si dice di pensare a quello che bisogna fare in Europa è inevitabile tenere conto di quello che Berlusconi ha già fatto, dai trattati agli accordi che ha raggiunto sedendo ai tavoli che contano. Vedo in maniera favorevolissima il fatto che Berlusconi abbia deciso, ancora una volta, di scendere in campo pronto a combattere pur avendo già dimostrato quanto vale. Il suo senso di responsabilità lo ha fatto scendere in campo, eppure nella sua vita ha già ottenuto tutto dall’ambito professionale a quello politico e fino al calcistico. Abbiamo bisogno della sua grande esperienza perché in Europa ci vogliono persone così ai tavoli che contano”.
E Salvini? Non ha il profilo giusto per l’Ue?
Potrebbe, me lo auguro per l’Italia visto che ci rappresenta e visto che spero si possa fare il bene del nostro Paese, ma al momento c’è qualcuno che ha già dimostrato cosa è riuscito a fare in Europa e chi invece dovrà dimostrare tutto. Manteniamo la speranza, è sicuramente presto per giudicare, ma noi siamo contenti che Berlusconi ci sia.
Quali saranno i nomi in lista con il Cavaliere?
Pensiamo che si debba comporre la squadra migliore possibile in un momento difficile come questo, in cui la gente non è presa dal progetto o dall’idea politica, ma dall’amarezza. Da cittadino, prima che da parlamentare, faccio la rassegna stampa e mi rendo conto che il lavoro fatto in Parlamento non viene percepito.
A cosa si riferisce?
Ad esempio in questo momento alla Camera si sta tenendo il dibattito sulla modifica del quorum legato ai referendum, si parla di una modifica della Costituzione, un argomento importante. Ma è un dibattito che fuori avvertono solo pochi intellettuali.
A proposito della cancellazione del quorum, qual è la sua posizione?
Si rischia uno stravolgimento, per cui domani saranno più le leggi proposte con il referendum che quelle proposte dal Parlamento: a questo punto verrebbe meno la funzione di garanzia che ci hanno assegnato i cittadini.
Tornando alle Europee, teme che i cosiddetti populisti possano vincere?
Partendo dal presupposto che sono tra coloro che vorrebbero che l’Europa non cambiasse ma mettesse in atto tutto quello che si era ripromessa di fare dalla sua costituzione ad oggi, politica di eguaglianza, ridistribuzione dei redditi e miglioramento delle condizioni economiche dei popoli d’Europa, su questo non vorrei che l’Italia rimanesse indietro. Certo è che alcuni cambiamenti in atto mi fanno temere una deriva autoritaria.
Il presidente Tajani e il deputato Sibilia si sono detti favorevoli all’apertura di Fi ad altri partiti ed esperienze civiche oltre che disposti a cambiare simbolo alle Europee, lei che ne pensa?
Per quanto riguarda il simbolo Berlusconi ha annunciato che alle Europee ci presenteremo con un simbolo rinnovato e siamo curiosi di vedere cosa abbia elaborato il nostro vulcanico presidente. Per quanto riguarda l’apertura, non c’è mai stata in Forza Italia la presunzione di chiusura nei confronti di qualcuno. Chiunque voglia lavorare nell’interesse dei cittadini e nel caso specifico a disposizione del progetto sposando i nostri valori è il benvenuto.
Polemiche sui nomi in lista alle Europee? Chi ci sarà?
Dopo aver detto Berlusconi candidato non c’è un nome che io possa mettere sul piatto, sono tutti validissimi in primis gli uscenti. Nel 2020 le elezioni Regionali. Ci sono errori di cui far tesoro? Tutti commettono errori, ma per quanto riguarda la regione Campania non credo che ne abbiamo fatti di pesanti, anzi siamo stati chiari e lineari nello stile di governo. Sicuramente tanti osservatori che fanno un minimo di paragone tra quanto è stato fatto della giunta di centrodestra guidata da Caldoro e quanto è stato fatto in questi primi tre anni di giunta De Luca noterà la differenza tra i fatti e le promesse mirabolanti. Noi abbiamo sempre la stessa capacità, caparbietà e competenza nel risolvere i problemi e con queste premesse ci presenteremo ai cittadini. E’ chiaro che l’attenzione in questo momento è tutta verso le Europee e quindi parlare di Regionali è un esercizio di stile. Proprio le Europee saranno un viatico per organizzare le regionali.
Ma alle regionali vi presenterete come centrodestra unito?
Sì, proprio ieri (lunedì per chi legge, ndr) a Napoli abbiamo tenuto un primo incontro per le amministrative di maggio e c’erano, con Fratelli d’Italia e Lega anche tante liste civiche e movimenti di sostegno. Siamo d’accordo e convinti che solo uniti possiamo vincere e rappresentare un argine ad una politica regionale che scontenta totalmente.