L’intervista. Comunali a Napoli, Ciampi: “E’ De Luca a voler stare dalla nostra parte”

Il consigliere regionale 5S: “Manfredi uomo di punta del Conte 2”

NAPOLI- Alle Comunali di Napoli i 5 Stelle risolveranno presto la questione delle candidature, mentre a Caserta la decisione di non presentare una lista è “una scelta di serietà”. Lo dichiara il consigliere regionale pentastellato Vincenzo Ciampi, componente della commissione Sanità.

A Napoli i 5 Stelle sono impegnati in riunioni fiume, con la partecipazione di parlamentari nazionali, per le liste di Comune e municipalità, ma la quadra ancora non si trova. C’è un problema di correnti, come nei partiti “tradizionali”?

La quadra si troverà, al Comune e nelle municipalità. Non c’è un problema di correnti semplicemente perchè le correnti nel Movimento non ci sono. Si tratta del solito chiacchiericcio che riguarda noi da anni, a tutti i livelli. Il laboratorio Napoli ha una valenza nazionale. Nasce dal Conte II, uno dei migliori governi degli ultimi anni a.parer mio, che ha affrontato la pandemia efficacemente per i sostegni all’economia e per la capacità di risposta sul piano sanitario. Conte ha ottenuto risultati storici in Europa e i fondi del Pnnr la dicono lunga sulla capacità nel farsi sentire in Europa. Draghi ha preso il piano Conte tale e quale. Da quel piano riparte l’Italia. A Napoli  è in campo uno dei migliori uomini del Conte II e mi pare che sia De Luca a voler stare con il nostro progetto. Come si vede siamo impegnati dove  possiamo dare il meglio ai cittadini e nel loro interesse.

A Napoli con il candidato di De Luca, a Salerno contro: non vi sembra di stare perpetuando la “politica dei due forni” di andreottiana memoria?

Anche questo è un vecchio luogo comune. La politica dei due forni non ci appartiene: sono gli altri che aderiscono alla nostra proposta, ritagliata sulle esigenze dei singoli territori. Dal primo governo Conte in poi abbiamo sempre spiegato che governavamo con chi ci stava, con le nostre proposte. Il laboratorio Salerno, a differenza di Napoli, ha una sua specificità dato che nasce dall’esperienza civica. Non stiamo con De Luca che candida i suoi uomini da un trentennio, ed è come se candidasse se stesso. A Salerno facciamo una scelta in linea con la nostra storia.

Alle Comunali di Caserta il Movimento non presenterà liste, come già accaduto nel 2016. C’è stata anche una presa di distanza ufficiale di parlamentari come Del Monaco e Iorio rispetto al senatore Santillo, che aveva avviato contatti con il sindaco Pd Marino per l’alleanza. Quali ostacoli vi impediscono di dire la vostra alle elezioni?

Non conosco a  fondo la situazione di Caserta. Le scelte vanno ponderate, considerata la fase di transizione e rinnovamento che sta attraversando il Movimento. Noi siamo legati  ai territori e alle richieste specifiche che ci giungono. Mancando questi presupposti, abbiamo fatto una scelta di serietà nei confronti degli elettori.

In questi giorni le Asl di Napoli e Caserta hanno sospeso dal servizio decine di medici e infermieri che risultano non vaccinati. Condivide merito e tempi della scelta? E come fare, adesso, ad assicurare i turni di servizio senza queste unità?

Il vaccino è un presidio eccezionale, come dicono  gli specialisti di tutto il mondo: appare puerile nascondere questo dato. Ancora più grave sarebbe se  i sanitari lo negassero. I turni di servizio e l’organizzazione complessiva toccano ai manager che non dovranno lasciarsi trovare impreparati davanti ad un’eventualità che, tuttavia, trovo remota. L’organizzazione funziona se ci sono scelte di politica sanitaria di base sagge e responsabili; e queste  sono tutte  in capo al presidente della Regione che, però,  spesso agisce con logiche incomprensibili.

Alla ripresa dell’attività consiliare, quali sono i punti più urgenti da affrontare per la commissione Sanità?

Innanzitutto la medicina territoriale: abbiamo trovato una situazione drammatica che non tiene conto della pandemia e dell’importante attività di vigilanza che i medici di base possono fare sull’evoluzione dei contagi. Dunque bisogna  ricostruire il sistema, tenendo conto delle indicazioni del Pnrr che da spazio a strutture come gli ospedali di comunità che non sono mai stati realizzati fino a oggi. Ma va anche rimodulata la spesa prevista dal piano ospedaliero che – ho motivi per crederlo – la giunta regionale sta indirizzando sostanzialmente in aree dove ha i propri interessi elettorali, smantellando di fatto la medicina nelle zone interne e montane della regione. Si deve rinegoziare il piano di rientro dal deficit sanitario (a cui si appiglia De Luca oggi per fare solo quello che vuole). Si programmino concorsi e assunzioni a tempo indeterminato per medici e infermieri. Si facciano scorrere le graduatorie invece di ricorrere ad assunzioni a tempo determinato che nascondono  biechi accordi con  portatori di voti e capibastone.

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