L’intervista. Franca Falco: la tartarughina del podismo che corre per socializzare e inclusione

CASAL DI PRINCIPE – Franca Falco è una donna dai mille volti: mamma amorevole di due figli, dedicata docente in una scuola Primaria di Scampia, con un passato lavorativo come farmacista, e tesserata con la società sportiva “Casale… Si”. La sua vita è un esempio di come si possano intrecciare diverse passioni e ruoli, affrontando con coraggio e determinazione le sfide che il destino pone lungo il cammino. Anni fa, Franca ha affrontato un periodo difficile che l’ha portata a cercare una nuova direzione. In questo momento di trasformazione personale, ha scoperto il podismo. Quella che era iniziata come una semplice attività fisica per rilassarsi e liberare la mente è rapidamente diventata una vera e propria valvola di sfogo, nonché una fonte di gioia e benessere. Franca si definisce scherzosamente una “tartarughina del podismo” perché non corre per battere record o competere con altri, ma per il puro piacere della corsa, per la socializzazione e per l’inclusione. Ogni corsa, ogni gara è un’opportunità per connettersi con sé stessa e con gli altri, per vivere il momento presente con pienezza e gratitudine. Nel frenetico parcheggio di un centro commerciale a Trentola Ducenta o immersa nella tranquillità della sua azienda agrituristica a Sessa Aurunca, trova nella corsa una fonte inesauribile di serenità e felicità. La sua passione per il podismo si estende anche alla sfera sociale. Con l’associazione “Pink Road”, Franca organizza numerose iniziative per rendere lo sport accessibile a tutti, promuovendo valori di inclusione e comunità. Tra queste, spicca la gara di 10 chilometri a Trentola Ducenta, il cui ricavato sarà devoluto al “Cottolengo” di Trentola Ducenta per l’acquisto di biciclette per i disabili, consentendo anche a loro di partecipare alle gare. In questa intervista, Franca ci racconta il suo percorso di vita, le sue passioni e il suo instancabile impegno per unire sport e comunità, dimostrando che lo sport non è solo competizione, ma anche un potente strumento di aggregazione e crescita personale. Con la sua storia, Franca ci invita a scoprire il potere trasformativo della corsa e l’importanza di dedicare del tempo a noi stessi, alla nostra salute e al nostro benessere emotivo.


Buongiorno Franca, grazie per aver accettato di parlare con noi. Puoi raccontarci come hai iniziato a praticare il podismo?
Buongiorno, grazie a voi per l’opportunità. Ho iniziato a correre circa cinque anni fa, dopo aver attraversato alcune vicissitudini nella mia vita. Inizialmente, per rilassarmi, ho cominciato con delle semplici passeggiate. Poi, pian piano, ho iniziato a fare delle corsette leggere e infine ho deciso di partecipare a qualche gara. Per me, il podismo è diventato una vera e propria valvola di sfogo.
Ti definisci una “tartarughina del podismo”. Cosa intendi con questo?
Sì, mi piace definirmi così perché non mi interessa il tempo in gara. Per esempio, in una dieci chilometri, fermo il cronometro a 57 minuti. Non corro per la velocità o per i record personali, ma per il divertimento, la socializzazione e l’inclusione che lo sport mi offre.
Dove ti alleni normalmente?
Vivo a Parete e, purtroppo, nella mia città mancano strutture sportive adeguate. Quindi mi alleno nel parcheggio di un centro commerciale a Trentola Ducenta. Quando posso, però, mi piace andare nella mia azienda agrituristica a Sessa Aurunca e allenarmi in campagna. Amo la natura e il trail running.
Qual è stata la tua prima gara e chi ti ha invogliato a partecipare?
La mia prima gara è stata a Sant’Antonio Abate, due anni fa. E’ stato Antonio Corvino, il presidente della società sportiva “Casale… Si”, a incoraggiarmi a partecipare. Da allora, ogni domenica essere in griglia di partenza per una gara mi dà serenità e felicità.
Oltre a correre, sei molto attiva nel sociale. Puoi parlarci delle iniziative che organizzi?
Certo. Con l’associazione “Pink Road” organizziamo numerose iniziative sociali abbinate al podismo. Una delle nostre prossime attività sarà una gara di 10 chilometri a Trentola Ducenta, il cui ricavato sarà devoluto al “Cottolengo” di Trentola Ducenta per l’acquisto di biciclette per i disabili. L’obiettivo è permettere anche a loro di partecipare alle gare, rendendo lo sport accessibile a tutti.
Qual è il tuo sogno sportivo?
Il mio sogno sportivo è quello di partecipare a una Half Marathon, una gara di 21 chilometri. Per il momento, non penso ancora a una maratona, 42 chilometri e 195 metri, sono troppi, ma chissà, magari in futuro.
Hai qualche consiglio per le donne che vorrebbero iniziare a fare sport?
Invito tutte le donne a trovare il tempo per fare sport. C’è sempre un’ora di tempo nell’arco della giornata per indossare le scarpette ed allenarsi. Lo sport è vita, è aggregazione verso il prossimo. Lo sport dona serenità nella vita.
Grazie mille, Franca, per aver condiviso la tua storia con noi. Auguriamo a te e alle tue iniziative il meglio.
Grazie a voi.

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