NAPOLI (Angela Garofalo) – Un quarto di secolo, cinque lustri in cui i Malatja hanno tracciato un percorso musicale in equilibrio tra Angri e Seattle. Un ponte su cui hanno meticciato grunge e rock alle latitudini vocali della loro terra.
Escono il 14 febbraio con il quinto album della loro carriera dal titolo Ruminogioia per la Rhino Records che contiene otto brani che già nel titolo firmano un cammino di riflessione sferzante.
Ruminomantra, Muoio d’amore per Sara, Pensi mai, Conquisteremo L’ ikea, Bruci di me, Odio settembre, Semplice, Karma Cuore di Nuvola sono i titoli taglienti e incisivi dei brani che compongono la loro ultima opera. Tra denuncia e riflessione, cantano per la prima volta in italiano, la compassione per un mondo che scivola. Spesso perso nel turbinio del comfort inutile e superfluo, rallenta davanti all’immensità dell’universo e dei sentimenti. C’è speranza dunque per la specie.
Il disco è stato presentato in anteprima nello showcase live del 10 febbraio all’interno di Vinylove, la fiera del vinile e della musica, promossa da Discodays. Quinto album con il quale i Malatja festeggiano 25 anni di storia indipendente. Ospiti in Ruminogioia Francesco Di Bella, ex 24 Grana, Denise e Nicodemo. Il trio Malatja è formato da Paolo Sessa voce e chitarre, Daniela De Martino basso e cori e Camillo Mascolo batteria e cori.
E’ il 1993 quando dalla collaborazione artistica di Sessa e Mascolo nascono i Malatja. Nel 1994 il gruppo incide il primo demo live dal titolo Il Sud non morirà, registrato presso il centro sociale autogestito Macello ad Angri provincia di Salerno. L’impronta punk e il contenuto ironico e sferzante dei testi sono i due motivi portanti di tutta la carriera artistica della band campana. I Malatja mescolano insieme tutta la decadenza e l’ironia accumulata nella provincia, esprimendosi in un dialetto napoletano ricco di contaminazioni. Appena quattro anni dopo la band registra il secondo demo-tape mai edito: Psycopummarola. In tempi non sospetti l’immondizia e i maleodoranti angoli di Angri, la cittadina salernitana da cui provengono, divengono il leitmotiv che anima la prima registrazione ufficiale. Il 2000 è l’anno di Munnezz, titolo di un album sulla situazione che vive e respira la band. Nel 2001 esce l’ep Technorivoluzione.
Il 2003 è l’anno dei primi attestati di stima da parte della critica e dei festival italiani di musica alternativa: Giovani Suoni Track è la prima compilation che li ospita, nel 2004 No Chemical Brother è la seconda. Il 2004 segna una tappa importante. Dieci anni di vulcanici live, dieci anni di musica vissuta con la stessa determinazione e lo spirito di sempre. Red Ronnie dopo averli invitati al Roxy Bar, e aver superato una selezione tra ben 1400 band italiane, la band entra di diritto nella compilation che lo stesso promuove: Nuova Polo X – I Miti della musica. I tempi sono maturi, i brani anche. Caparott del 2004 è la seconda autoproduzione coraggiosa. Hanno condiviso il palco con Avion Travel, Quintorigo, Eugenio Bennato e Taranta Power, Tre allegri ragazzi morti, Malfunk, 24 Grana, Francesco Tricarico.
Nel 2008 esce ‘48’ terzo album della rock band angrese. Edito per Voci Alternative, il sound, del trio punk, arriva a ad un’evoluzione sonora ben precisa. Punk, elettronica e pop. Il punk rimane ma fa da tappeto alle new entry. Una miscela esplosiva che promette scintille. Con la collaborazione e la supervisione di Vinci Acunto (Bisca, Katap), i Malatja pubblicano 48 con la consapevolezza di aver esplorato nuovi linguaggi che nulla tolgono alla sfera musicale intrapresa nel lontano ’94. Ambienti, rumori e synth si fondono magistralmente con un suono già caldo e per nulla artefatto. Nel 2009 esce per la Hydra Music/XXXV Digital Stracciacore: power trio studio experience. Il sound è ormai maturo, riff incalzanti e elettronica minimal trovano la loro collocazione con discrezione ed intelligenza.
Non mancano collaborazioni importanti come quella con Peppe Fontanella (24grana) agli slide guitars e con Daniele Mazzotta ai synth. Il 2019 segna una nuova collaborazione con la Rhino Records del producer Attilio Coppola e produce ‘Ruminogioia’.
Partiamo dal nome: Malatja, perché?
Malatja è la decadenza, il degrado di una società allo sbando che vive cambiamenti continui e velocissimi.
Vi definite ‘dinosauri di periferia’ nati come portavoce delle piccole-grandi ingiustizie delle periferie sociali. Questa mission si è assopita o modificata?
Le periferie del mondo ci appartengono troppo, avremo addosso quell’odore tutta la vita. Il tempo che passa non cancellerà le nostre radici.
Venticinque anni, un anniversario importante. Tra canto e disincanto nel vostro percorso artistico: cosa bissereste e cosa cancellereste?
Cancellare nulla, tutto è servito a formarci come artisti e come uomini. Bisseremmo di sicuro questi venticinque anni di rock&roll.
Siete partiti collegando Angri a (vs) Seattle. Prendendo in prestito un vostro testo: ‘Il passato non ritorna ma lascia segni indelebili dentro di noi’. Quella partita ipotetica rimane il vostro faro?
Angri e Seattle non sono poi così distanti, hanno tanto in comune, sono entrambe a loro modo luoghi di periferia e per questo intrise di poesia e di fascino.
Ruminogioia in uscita oggi, 14 febbraio. Un disco in cui non c’è traccia della lingua napoletana e dell’impeto rock-grunge che vi ha caratterizzato dagli inizi. Un azzardo o un passo nuovo?
Semplicemente avevamo voglia di scrivere un disco in italiano e di arrangiarlo con la band senza manierismi in massima libertà. Il risultato è Ruminogioia, un album diverso dai precedenti ma ancora tutto ‘malatja style’.
Una copertina che va spiegata: una schiena che si squarcia.
Quella schiena che si squarcia è l’espressione viva della volontà di aprirsi al mondo e capire che solo esprimendo se stessi senza costrizioni si può inseguire la gioia. Teaser e copertina di un grande Alessandro Armento.
Otto brani i cui titoli sono accompagnati da un intro. Schiude su Ruminomantra, segue Muoio d’amore per Sara, Pensi mai, Conquisteremo L’ ikea, Bruci di me, Odio settembre, Semplice, Karma Cuore di Nuvola. Una caratteristica per ogni brano?
“Ruminomantra”, un mantra d’occidente pieno di speranza e molto apotropaico. “Muoio d’amore per Sara”, un noir vampiresco, fra assenzio, oppio e sangue. “Pensi mai”, la gioia delle piccole cose, così eterea, così inafferrabile. “Conquisteremo l’Ikea”, storia d’amore fra ‘montaggi e smontaggi’ di emozioni e rancori stratificati. “Bruci di me”, incompatibilità caratteriali e sensualità estrema. “Odio settembre”, il tempo porta via tutto e noi ad inseguire l’estate che passa veloce. “Semplice”, il vortice irresistibile della vita. “Karma Cuore di Nuvola”, l’anima vive per l’eternità attraverso i pianeti e cavalcando fra i secoli.