L’intervista. Patriciello: “Rielezione sofferta. La Lega al Sud sconta il passato”

In Campania una “campagna” difficile per i nomi del Carroccio

Aldo PATRICIELLO in the European Parliament in Strasbourg

Per la scelta del candidato presidente del centrodestra alle prossime Regionali c’è anche la Lega. Lo dichiara a “Cronache” l’europarlamentare del Carroccio Aldo Patriciello.

Onorevole, è di nuovo europarlamentare. Come sono stati questi giorni di attesa, visto che ha dovuto aspettare la scelta di Vannacci per sapere se sarebbe tornato a Bruxelles?

Devo essere sincero: li ho vissuti con grande serenità. Certo, un pizzico di ansia c’è sempre e guai se non fosse così, ma ero tranquillo del lavoro svolto e del consenso raccolto sul territorio. Sono sempre stato fiducioso e convinto che il Mezzogiorno dovesse avere un suo rappresentante. E così è stato: una grande gioia ma, allo stesso tempo, una grande responsabilità.

E’ stata comunque una situazione molto diversa dalle precedenti: in Forza Italia ha fatto sempre cappotto, grazie ai suoi personali consensi, eppure ha lasciato quel partito… Cosa è successo?

È stata senza dubbio la campagna elettorale più difficile della mia carriera politica, su questo non c’è dubbio. C’erano delle difficoltà strutturali, inutile girarci intorno: in molte zone del sud – e in particolar modo in Campania – la Lega paga lo scotto di un passato antimeridionale che ancora oggi è vivo e vegeto nella memoria dei cittadini. Ecco perché ritengo che questa rielezione sia la più bella, benché la più sofferta. Con Forza Italia nulla di che: ho ritenuto la mia esperienza finita e ho deciso di andarmene com’è mia abitudine fare, senza sbattere la porta e senza portare rancore a nessuno.

Dopo la scomparsa di Berlusconi non si è più sentito tutelato da chi ora ha in mano il partito?

Con il Presidente Berlusconi ho sempre avuto un rapporto diretto di grande stima e amicizia. La sua scomparsa ha creato un vuoto incolmabile, non solo all’interno di Forza Italia ma direi in tutta la politica italiana. Non è una questione di “tutele” politiche. Diciamo che alcune volte mi sarebbe piaciuto essere consultato, visto che ero il parlamentare forzista più votato del sud, dopo Berlusconi. Quando ciò non avviene è facile – oserei dire obbligatorio – fare due più due.

Lei è sempre stato un moderato: si sente a disagio nel gruppo di Orbàn e Le Pen?

Io sono tutt’ora moderato e lo rivendico con orgoglio. Il Presidente Orban è stato fino a ieri nel Ppe insieme ai miei colleghi di Forza Italia: non mi pare che qualcuno abbia avuto da ridire e non vedo perché bisognerebbe farlo adesso. Nel nostro gruppo c’è spazio per tutte le sensibilità, a patto che si faccia fronte comune per la difesa della libertà e dei valori dei nostri padri fondatori.

A quali istanze darà la priorità in questo nuovo quinquennio a Strasburgo?

Quella appena iniziata sarà una legislatura fondamentale. Sul tavolo c’è la difesa dei confini, la lotta all’immigrazione clandestina e la tutela del nostro made in Italy. Dovremmo poi batterci per cambiare da cima a fondo molte euro-follie cosiddette green che rischiano di danneggiare seriamente i cittadini e le imprese. Pensi ad esempio alla pazzia di voler imporre alle persone di rifare casa per renderla più sostenibile. Va bene tutto, ma chi paga? L’operaio o l’insegnante che a stento riesce ad arrivare alla fine del mese? Non diciamo fesserie, per carità. Stesso discorso per le auto elettriche: stiamo mandando a picco il settore dell’automotive per favorire la concorrenza cinese che non rispetta i nostri standard in termini di sicurezza sul lavoro, di salari e quanto altro. Ecco, io credo che su questi temi non dovremmo arretrare di un centimetro.

Pur essendo molisano, è molto radicato in Campania. Eppure a Caserta in questa tornata elettorale ha riportato un risultato inferiore al 2019. Cosa ha fatto ai leghisti casertani che hanno preferito sostenere Roberto Marti che forse da queste parti ci è giusto passato una volta?

Io non la metterei in questi termini. Chi come me fa politica da oltre 30 anni sa bene quale sia lo scotto da pagare quando si cambia partito. Il senatore Marti è una persona perbene e rispettabilissima: normale che molti big campani di partito abbiano deciso di dargli una mano. Io apprezzo sempre la chiarezza e la sincerità, quando ho la fortuna di incontrarle. Ciò detto io sono felicissimo del risultato in Campania e nella provincia di Caserta.

La prossima sfida è quella delle Regionali. Quali criteri devono valere, secondo lei, per la scelta del candidato presidente del centrodestra? Spetta al partito con più voti o – come sostiene Forza Italia – a quello che è riuscito a incrementare maggiormente la percentuale nazionale alle Europee?

Mah, guardi. Io credo sia un tema da affrontare sui tavoli romani al momento opportuno, non ora. Più che un discorso di percentuali io credo vada fatto un discorso di rappresentanza tra i vari partiti del centrodestra. L’anno prossimo si vota in Campania e in Puglia: sarebbe logico che una delle caselle di candidato Presidente spettasse alla Lega, visto che Forza Italia e Fdi sono già rappresentate nelle altre regioni del Mezzogiorno.

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