L’intervista. Quagliariello: “Centro aperto a tutti”

Il senatore partecipa all’iniziativa di Mastella per riunire i moderati e si augura un dialogo con una parte di Forza Italia

Tardito Federico / Lapresse in foto Gaetano Quagliariello

NAPOLI – Occupare l’area di centro in vista delle prossime Politiche è l’obiettivo di molti, da Italia viva di Matteo Renzi ad Azione di Carlo Calenda, passando per Noi di centro di Clemente Mastella e fino a Coraggio Italia di Giovanni Toti. Queste forze politiche unite possono fare la differenza, ne è certo il senatore campano Gaetano Quagliariello, fra i presenti all’incontro organizzato da Mastella domenica scorsa a Roma.

Quali obiettivi vi proponete di raggiungere con Coraggio Italia e com’è da interpretarsi la sua presenza all’evento di lancio del partito di Mastella Noi di centro?

L’obiettivo finale è quello di costruire una grande forza plurale, che sia liberale e democratica, che punti a conservare il meglio della tradizione italiana e allo stesso tempo miri a riformare quello che non va. Questo obiettivo lo si costruisce occupando uno spazio politico che oggi è assolutamente vuoto. Pensi alla seconda repubblica e al mio campo politico che è di centrodestra: prima del 2013 c’era una grande forza di centro che era il Pdl, una forza più piccola che era l’Udc e c’era una sola forza più estrema di destra, ossia la Lega, che aveva caratteristiche più etniche che ideologiche. Oggi in questo campo ci sono due partiti di destra più forti che sono Lega e Fdi, mentre il centro è vuoto ed è chiaro che prima o poi questo spazio lo occuperà qualcuno che non può pensare di farlo da solo. Il tentativo in atto è quello di costruire una grande aggregazione dove ci siano forze che hanno molte cose in comune, ma anche sensibilità differenti, alcune di centrodestra, altre di “centrocentro” e altre ancora di centrosinistra. In questo senso si comprende per quale motivo ho risposto all’invito di Mastella.

Nelle ultime ore è stato presentato da Cirino Pomicino, Lanzotti e altri quello che si propone di essere il partito dei Popolari riformisti e liberali. Che ne pensa? Dialogherete anche con loro?

Mi pare che loro puntino più ad essere una forza campana che nazionale, ma l’area è la stessa.

Come ha appena ricordato, lei è un moderato di centrodestra, ma il progetto di occupare il centro alletta anche partiti come Italia viva di Renzi e Azione di Calenda. Dialogo aperto anche con loro?

Quando si lancia un appello lo si fa ‘erga omnes’, non si guarda mai a simpatie o ad antipatie. Poi c’è chi questo appello può coglierlo prima e chi più tardi.

In Forza Italia, partito che finora è stato fedele alleato di Lega e Fdi, sembra essersi risvegliato l’interesse per il centro: crede che i berlusconiani saranno parte del progetto?

Questo non deve chiederlo a me, ma penso che in quel partito prima o poi qualcosa accadrà, mi auguro che con una buona parte di loro sia possibile un dialogo proficuo.

Ad oggi, qual è il profilo più adeguato per il post Mattarella? Da più parti si dice che i moderati, riformisti, liberali e progressisti avranno un peso decisivo nella scelta del prossimo presidente della Repubblica. E’ davvero così?

Sicuramente è così. Ma per esperienza, considerato che sono stato eletto in Parlamento ben quattro volte, posso dire che i giochi veri si aprono a dieci o quindici giorni dall’elezione. Il resto sono chiacchiere.

Polemiche attorno alla finanziaria del governo Draghi e polemiche attorno alla manovra di bilancio regionale che prevede l’aumento dell’aliquota Irpef. La sua posizione in merito?

Il governo Draghi ha dato forte credibilità all’Italia e certezze agli italiani soprattutto se comparato all’azione del governo precedente. La pandemia non appartiene al passato, ma al presente, è chiaro che questo è uno dei motivi per i quali serve prudenza. Posso rispondere in maniera generale alla sua domanda: penso che a livello nazionale la legge di bilancio che stiamo approvando operi un taglio delle tasse molto importante che potrebbe rappresentare una grande spinta per la ripresa del Paese perché può comportare una maggiore propensione al consumo e favorire la ripartenza. Ma bisogna fare grande attenzione affinché tale spinta non venga sprecata ed evitare che quello che deriva dal taglio delle tasse non sia vanificato dai tributi locali o dall’ inflazione.

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