NAPOLI – I tempi per eleggere il nuovo segretario regionale del Pd, dopo le recenti dimissioni di Leo Annunziata, si allungano e Stefano Graziano dovrà attendere ancora. Il partito si trova quindi senza una guida in Campania, mentre si avvicina la scadenza delle elezioni comunali, che interessa diversi centri importanti in Campania. Ne parla con “Cronache” la dirigente nazionale del partito, nonché ex parlamentare, Camilla Sgambato.
Il ricorso che lei e altri, tra cui il deputato Umberto Del Basso De Caro e il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero, avete presentato, ha portato a ridiscutere il regolamento per le surroghe e a prorogare i tempi per l’elezione del nuovo segretario regionale. Adesso che succederà?
Le notizie che si sono rincorse in questi giorni hanno evidenziato palesi irregolarità commesse dai dirigenti regionali, tanto è vero che sono state stigmatizzate dalla commissione nazionale di garanzia, per sostituire un segretario che non ha mai aperto una discussione, avviato un’iniziativa, mai reso agibile e praticabile il partito che aveva l’onore e l’onere di guidare. Questo ci ha spinti a presentare il ricorso che ha avuto l’obiettivo peraltro di ristabilire le regole per la legittimità statutaria della composizione dell’Assemblea regionale del Pd in carica, accertando la continuità dell’iscrizione di tutti i membri dell’Assemblea regionale negli anni.
Sembra che lei non sia d’accordo sul nome di Graziano indicato da Letta, De Luca e Casillo. Perché? Crede possa esserci un candidato alternativo?
Niente affatto. Ho apprezzato fin dall’inizio e continuo ad apprezzare il lavoro autorevole che il segretario Letta ha svolto in quest’anno, consentendo al Partito di vincere pressoché ovunque e riaffermandone la centralità quasi dappertutto. Dico quasi perché basta scendere un po’ qui da noi in Campania per cogliere, tranne rare e virtuose eccezioni (e mi riferisco al grande lavoro di Marco Sarracino e Gaetano Manfredi, oltre a quello dei nostri segretari di circolo e degli altri sindaci Pd presenti sul territorio) quanto l’eco del lavoro di Letta si vada via via spegnendo. Ci mancherebbe altro, nessuna contrarietà al nome di Stefano Graziano, che peraltro è un amico, nonché figlio della mia terra. Ma credo che il metodo autoreferenziale posto in essere dal livello regionale, certo non da Letta, di ricorrere a errate costruzioni tecnico-giuridiche, bloccate dalle commissioni di garanzia, sia profondamente sbagliato. Perché non avviare una serena discussione politica, assente ormai da anni? Perché ricorrere a sotterfugi e cavilli, se ci si vanta di avere una maggioranza coesa per cambiare strada? Forse perché non c’è? E siamo sicuri che questa strada indicata sia davvero quella adatta per cambiare qualcosa?
Cosa le sembra della vicenda in corso per il rinnovo della segreteria regionale?
Agli occhi di noi militanti, amministratori, sindaci e semplici iscritti questa vicenda è incomprensibile e fortemente deludente. D’altronde l’insofferenza verso queste pratiche non proprio democratiche, molto comuni nel nostro territorio, palesata dal documento degli intellettuali, è purtroppo molto diffusa anche nel nostro partito, molto più di quanto non sembri, e ho apprezzato molto le parole del vicesegretario Giuseppe Provenzano e del segretario Letta che hanno assicurato che affronteranno il problema Campania. E noi abbiamo in loro la massima fiducia.
Ci sono i margini per un accordo o propende per l’ipotesi commissariamento?
Non so se ci siano i margini per un accordo o se forse sia meglio un commissario che ricrei l’agibilità in un partito senza ossigeno. Non c’è bisogno dei tristemente famosi lanciafiamme, tanto agitati in passato, ma mai usati contro una classe dirigente logora e antidemocratica. D’altronde io non ho mai apprezzato quel linguaggio e quell’arroganza. Ciò che occorre è l’attenzione diretta, il rispetto autentico dei territori, che sono sicura Letta saprà dare, per la sua storia, la sua serietà e sobrietà.