L’intervista. Venanzoni: “Pd sbilanciato a Nord. Non siamo interessati al congresso”

L’esponente di “De Luca presidente” snobba l’appuntamento per riorganizzare il partito: mancano regole chiare

NAPOLI – Il quadro politico regionale è in movimento: dopo la nascita in Consiglio di Più Europa, si aspettano le mosse di una parte dei nove consiglieri regionali che hanno aderito al gruppo misto e il risultato del congresso Pd potrebbe incidere sulle scelte di riposizionamento. A parlarne con Cronache è il consigliere del gruppo “De Luca Presidente” Diego Venanzoni.

Fase di assestamento in consiglio regionale dopo le Politiche, che pensa dei riposizionamenti delle ultime settimane?

Le uniche novità sono quelle scaturite dalla deflagrazione del partito di Di Maio e dalla scomposizione del gruppo del Movimento 5 stelle. E’ una fase di assestamento che, dal mio punto di vista, non è coerente con la prospettiva futura. Molti devono trovare una nuova collocazione, qualcuno ha già scelto, altri invece si guardano intorno. E’ emblematico guardare al gruppo misto che è composto da nove consiglieri. Credo che possano svilupparsi nuove esperienze, ma ancora non è chiaro di che tipo. Tutto ruota attorno al Pd che continua a mancare di chiarezza, si consolida a sinistra e non tiene dentro le forze riformiste e laiche.

Eppure hanno deciso di svolgere un congresso aperto, cosa non la convince?

Dalle candidature in campo sembra chiaro che il Pd non tiene dentro molte forze politiche, soprattutto quelle del cattolicesimo liberale e che si sta schiacciando a sinistra. Quando i candidati iniziano a dire che è necessario dare vita ad un nuovo Pd significa che il vecchio Pd è tramontato e che tutti cercano uno schema di gioco nuovo che escluda le forze che hanno dato vita al disegno originario. Ma quello che mi preoccupa è che non si tenga conto di una rappresentanza, in termini di leadership, del Mezzogiorno. De Luca conferma di essere un bravo governatore, come lui anche Emiliano e altri amministratori al Sud, ma nel congresso non ce n’è traccia: Bonaccini e Nardella così come la Schlein consolidano la leadership al Nord.

Crede che De Luca ed Emiliano non presenteranno una candidatura di bandiera proprio in rappresentanza dell’asse dei governatori del Sud?

Non so esattamente cosa farà il presidente, credo sceglierà nelle prossime ore. Noi siamo ovviamente interessati alla scelta che farà De Luca e siamo certi che la farà in garanzia del Sud.

Quindi in base alla sua scelta, deciderete se e come partecipare al congresso Pd?

La partecipazione la decideremo se e quando le regole saranno chiare. Al momento non lo sono.

De Luca è concentrato sul congresso, Manfredi con Sarracino e Fico sul campo largo. Che ne pensa?

Manfredi ne parla, ma il campo largo è saltato da una vita. Ci vuole poco a disgregarsi quando non si tiene in considerazione il dato elettorale e se non si riuniscono i gruppi o non li si riconosce. Anche esperienze come quelle in Campania e a Napoli se non alimentate rischiano di rivelarsi sommatorie elettorali senza futuro. Ad oggi non mi sembra ci siano le prospettive per il campo largo. Ma poi campo largo di che tipo? Quello di un rapporto duale con il M5S a cui gli altri dovrebbero aggregarsi?.

Lei che è da sempre un moderato, che idea si è fatto del Terzo Polo di Renzi e Calenda?

Hanno lo stesso problema del Pd che come totem ha applicato la regola dell’autoconservazione. Anche nel Terzo Polo ogni evento politico si consuma attorno alla stessa classe dirigente e non ci sono segnali di apertura. Se non sei inclusivo e non crei ricambio tra i quadri dirigenti non puoi essere realmente attrattivo, anzi crei un blocco all’interno delle compagini politiche.

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