L’Iran frena sulla possibilità di un incontro a breve termine fra Donald Trump e Hassan Rohani. All’indomani dell’apparente svolta avvenuta al G7 di Biarritz, dove secondo Emmanuel Macron sono state create le condizioni per questo incontro da tenersi forse nelle prossime settimane, Teheran pone le sue condizioni. “Dovete ritirare tutte le sanzioni illegali, ingiuste e sbagliate contro l’Iran”, ha detto Rohani in un discorso trasmesso dalla tv di Stato. “La chiave di un cambiamento positivo è nelle mani di Washington” perché Teheran ha già escluso di fare ciò che preoccupa di più gli Usa, cioè la fabbricazione di una bomba atomica, ha proseguito. Ricordando che questo “è già stato escluso” da una fatwa della guida suprema Ali Khamenei nel 2003. “Dunque fate il primo passo”, ha concluso.
A Biarritz Trump non aveva escluso in principio la possibilità di un incontro con Rohani, e anzi aveva reputato realistica la tempistica ipotizzata da Macron, di un faccia a faccia fra qualche settimana, pur mantenendosi prudente e aggiungendo un se: “Se le circostanze lo permettono senza dubbio sarei d’accordo”, aveva detto. Ad accelerare le cose pare sia stato l’arrivo a sorpresa a Biarritz del ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javaz Zarif, invitato da Macron. E da lunedì Rohani si era detto aperto al dialogo, il che gli è valso le critiche dell’ala dura del regime. Ma dopo l’apertura di Trump ha chiarito i termini: “Non cerchiamo occasioni per posare in delle foto”, ha avvertito Rohani. Soprattutto dopo che il possibile incontro con il tycoon è stato denunciato dal giornale iraniano Javan, vicino ai Guardiani della rivoluzione come “un’occasione di posare per una foto”.
L’appuntamento più vicino per un possibile incontro potrebbe essere l’Assemblea generale dell’Onu in programma per fine settembre a New York. Ma Zarif ha precisato di avere detto a Biarritz che un incontro Trump-Rohani sarebbe “inimmaginabile” finché gli Usa non rientreranno nell’accordo sul nucleare del 2015. Le tensioni fra Usa e Iran, nemici giurati, si sono esacerbate dopo il ritiro di Washington dall’intesa nel 2018, ritiro a seguito del quale l’amministrazione Trump ha reintrodotto pesanti sanzioni contro Teheran. E recentemente, prima delle aperture di Biarritz, la tensione era salita a seguito di attacchi misteriosi contro delle navi nel Golfo a maggio e giugno, dell’abbattimento di un drone iraniano e del sequestro di diverse petroliere, facendo temere un’escalation incontrollabile.
(LaPresse/AFP)