ROMA – Timidi segnali di ripresa per l’economia italiana con prospettive favorevoli per il Pil e un rafforzamento del mercato del lavoro. Il barometro Istat segna un parziale rasserenamento delle condizioni economiche italiane nei prossimi mesi, anche se a marzo la produzione industriale segna il passo. Un’indicazione che arriva alla vigilia delle periodiche previsioni rilasciate dall’Ue. Domani sono infatti attese le pagelle di primavera della Commissione europea per i singoli paesi dell’Eurolandia.
Timidi segnali di ripresa
“La stabilizzazione delle vendite al dettaglio, il miglioramento delle attese della domanda di lavoro da parte delle imprese e della fiducia di famiglie e imprese concorrono a determinare prospettive favorevoli per i prossimi mesi”, rileva l’Istat nella nota mensile di aprile sull’andamento dell’economia italiana. Mentre per quanto riguarda il mercato del lavoro l’Istituto di statistica osserva “contenuti segnali di miglioramento, in un contesto caratterizzato da elevati livelli di incertezza soprattutto sulle tempistiche di modifica delle misure relative al mantenimento dei contratti di lavoro”.
L’industria frena
Per quanto riguarda invece l’industria a marzo l’Istat segnala la produzione industriale in calo dello 0,1% rispetto a febbraio anche se nella media del primo trimestre il livello della produzione cresce dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti. Boom invece se si fa il raffronto sull’ anno con una crescita del 37% su marzo 2020. Dato peraltro poco significativo in considerazione del lockdown che ha caratterizzato la primavera 2020. Resta il fatto che a marzo il livello dell’indice resta inferiore dell’1,2% rispetto al valore registrato a febbraio 2020, mese precedente l’inizio della pandemia.
I dati Istat
Più in generale scrive l’Istat “nella media del primo trimestre di quest’anno si osserva un moderato recupero della produzione industriale. Alla crescita consistente osservata a gennaio è seguita, nei due mesi successivi, una sostanziale stazionarietà”.
Dati che vengono letti in maniera divergente dalle principali associazioni consumatori. L’Unione nazionale consmuatori parla di “dati desolanti” e aggiunge: “E’ sconfortante che non ci sia alcun recupero su febbraio 2021. Il rialzo annuo è solo un effetto ottico ampiamente previsto visto che nel marzo 2020 c’era stato il primo lockdown, il più duro, e in quel mese c’era stato un tracollo mensile della produzione del 28,4% e del 29,3% su base annua”. Meno pessimista il Codacons che vede “timidi segnali di ripresa” anche se ammette che “la strada da fare per uscire dalla crisi appare ancora lunga”.
(LaPresse)