L’Italia ‘rallenta’, Conte chiude tutte le attività produttive non legate ai beni essenziali

Le dichiarazioni del premier

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse in foto il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

ROMA – “Un altro passo”: è quello che ha deciso di compiere, questa sera, Giuseppe Conte per rafforzare la lotta contro la diffusione del coronavirus. “Chiudiamo tutte le attività produttive non connesse ai beni essenziali”. Una misura forte, che “rallenta il paese” fino al 3 aprile, arrivata dopo un lungo confronto con sindacati e rappresentanti dell’imprenditoria. Ma che serve a tutelare “la vita”. Resteranno aperti supermercati, farmacie, para-farmacie, saranno garantiti i servizi bancari e assicurativi e i trasporti”. Inutile, quindi, l’assalto ai market.

“E’ la crisi più difficile che il paese sta vivendo dal dopo guerra”: ha esordito così il premier per annunciare la nuova stretta. “La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova. Questi decessi – ha aggiunto il presidente del Consiglio – per noi, per i valori con cui siamo cresciuti non sono semplici numeri, ma sono persone. Le misure adottate richiedono tempo. Sono misure severe, ne sono consapevole. Ma non abbiamo alternative. Dobbiamo resistere perché solo in questo modo tuteleremo noi stessi e le persone che abbiamo”.

“Rimanere a casa – ha spiegato Conte – è un sacrificio minimo rispetto a quello di medici, infermieri, forze dell’ordine, forze armate , agli uomini e alle donne della protezione civile, ai servizi”.

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