Lite tra Fico e i parlamentari. Resa dei conti nel Movimento

Incontro chiarificatore dopo gli insulti seguiti alle nomine del comitato elettorale. Conte in affanno, slitta il varo del ‘manifesto’ e ora pensa a candidarsi a Napoli

Foto Alessandro Di Meo/POOL Ansa/ LaPresse Nella foto Roberto Fico

NAPOLI (Marco Mancuso) – Resa dei conti tra i parlamentari del M5S e Roberto Fico. E’ previsto per oggi pomeriggio l’incontro ‘chiarificatore’ dopo le chat infuocate di qualche giorno fa in cui i senatori Vincenzo Presutto e Mariolina Castellone hanno dato del bugiardo al presidente della Camera. Tutto è nato dalla nomina del comitato elettorale in sostegno del candidato a sindaco di Napoli giallorosso Gaetano Manfredi che ha visto esclusi gli esponenti di palazzo Madama. Tant’è che a farne parte ci sono i deputati Alessandro Amitrano, Gilda Sportiello e Salvatore Micillo e la capogruppo in consiglio regionale Valeria Ciarambino. I primi, non a caso, sono due fedelissimi di Fico che hanno già avuto esperienza con le Amministrative a Napoli. C’è da sperare che da ‘responsabili’ riescano ad ottenere un risultato meno mortificante di quello che gli è toccato quando tra i candidati al Comune c’erano loro. Sportiello nel 2011 prese 30 preferenze, Amitrano nel 2011 ne prese 56 e nel 2016, al secondo tentativo, 599. Diverso il discorso per la Ciarambino che alle Regionali a Napoli ha ottenuto un buon riconoscimento. Insomma, stando ai fatti, se i senatori campani, spalleggiati dai colleghi di ogni angolo d’Italia, si sono risentiti dell’esclusione, pur avendo come nel caso di Presutto partecipato al tavolo delle trattative con il Pd, qualche ragione ce l’hanno. Del resto, pare, che gli ‘alfieri della campagna elettorale’ – così li ha definiti Giuseppe Conte – siano stati scelti per vicinanza ai ‘big’ (Fico e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio). Se verrà aggiunto un componente, un senatore, ai responsabili della campagna elettorale si capirà oggi. Comunque vada, voci di palazzo raccontano di un forte isolamento di Fico a Napoli e non solo. Ma questo è un problema secondario, lo risolverà Giuseppi quando sarà realmente leader del M5S (o candidandosi, come qualcuno sostiene come capolista a Napoli per evitare il flop del partito) ossia dopo una votazione online. Ammesso che questo succeda a breve. La situazione si è complicata e non poco per l’ex premier che, quasi sicuramente, non riuscirà a presentare in settimana il nuovo manifesto grillino. Pare che il garante del M5S Beppe Grillo non sia convinto della bontà delle idee di Conte, ma anche se ci fosse un colpo di scena sulle votazioni online potrebbe aprirsi un nuovo scontro. La votazione degli iscritti non avverrà su Rousseau e Davide Casaleggio ha già lanciato il sasso: lo statuto ancora vigente prevede che si voti su Rousseau o si rischiano ricorsi. In pratica un nuovo cul de sac che consentirebbe ai dissidenti presenti non solo a Napoli di avvantaggiarsi e chiedere l’utilizzo del simbolo per candidature alternative a quelle del M5S contiano. Il M5S in vista delle Amministrative è frammentato anche negli altri capoluogo di Provincia al voto. A Caserta non tutti sono d’accordo sul dialogo che si è aperto con il sindaco uscente del Pd Carlo Marino, i malumori riguardano i pentastellati quanto i democrat. A Salerno, il Pd deluchiano non ha avviato nessuna trattativa con le altre forze di centrosinistra, figurarsi con il M5S. Per contro i grillini pare siano intenzionati ad ‘accodarsi’ con Leu e ad altre forze di centrosinistra. Anche in questo caso non si escludono candidature alternative a quelle ‘filocontiane’.

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