LIVORNO – Sarà l’autopsia a fornire agli inquirenti risposte sulla morte di Maria Simonetta Gaggioli, 72 anni, ex funzionaria della Regione Toscana e un passato di militanza politica nel centrodestra. Il cui cadavere, in avanzato stato di decomposizione e avvolto in un sacco a pelo, è stato rinvenuto sabato scorso, 3 agosto, in un fosso accanto all’Aurelia vecchia. Nei pressi di Riotorto, frazione del comune di Piombino (Livorno).
Il pm dispone l’autopsia
Questa mattina il pm della procura di Livorno Ezia Mancusi, che coordina le indagini dei carabinieri, assegnerà l’incarico per l’esame autoptico. Per stabilire se la morte sia avvenuta per cause naturali o se si sia trattato di un omicidio. Da un primo esame esterno sul cadavere non sarebbero emersi segni di violenza. Per adesso verrà aperto un fascicolo a carico di ignoti per il reato di occultamento di cadavere. L’ipotesi degli inquirenti è che la donna sia morta altrove e che solo dopo qualcuno abbia abbandonato il suo cadavere nel fosso, in una zona isolata.
Il figlio aveva denunciato la scomparsa della madre
Intanto, il figlio di Maria Simonetta Gaggioli, Filippo Andreani, 47 anni, è stato sentito come persona informata sui fatti e la sua auto è stata sequestrata per accertamenti. Venerdì scorso aveva denunciato la scomparsa della madre, riferendo, secondo quanto emerso, che non aveva sue notizie dal 27 luglio. Ma che inizialmente non si sarebbe preoccupato. Perché era già capitato che la donna si assentasse da casa alcuni giorni per andare a trovare parenti e amici.
Il ritrovamento del cadavere
Da qualche mese Maria Simonetta, originaria di Follonica (Grosseto), e il figlio convivevano a Riotorto insieme alla moglie e ai tre bambini dell’uomo. Quando è stata trovata la donna, che era priva di documenti, era vestita e aveva l’orologio al polso. Dettagli rivelatisi fondamentali, insieme anche agli indumenti, per la sua identificazione fatta da due nipoti.
(LaPresse)