Lodi (LaPresse) – La guardia di finanza di Lodi ha sequestrato 112mila profumi e cosmetici contraffatti importati dalla Romania. L’operazione è l’esito di un monitoraggio real time del ‘web’ effettuato dai finanziari del Comando provinciale di Lodi. Hanno scoperto un commercio online di merce contraffatta sull’applicativo ‘Marketplace’, disponibile sulla piattaforma social Facebook. Il sistema internet in questione permette l’incontro tra la domanda e l’offerta di beni di svariata natura. Tra i fruitori del social network riferibili ad una determinata zona geografica. Dalle indagini è emerso un profilo ‘civetta’, operante anche su Instagram. Tale G.F. di 60 anni residente a Lodi, gestore, di fatto, dei profili social dediti a questa attività di vendita di profumi e prodotti di cosmesi contraffatti di note griffe, a prezzi scontati anche del 50%. Le investigazioni hanno permesso di risalire all’intera filiera del falso.
Cosmetici contraffatti introdotti in Italia attraverso conniventi autisti
Secondo la ricostruzione degli investigatori, G.F. grazie alla complicità di un cittadino rumeno P.C., di 30 anni, non avente fissa dimora in Italia, introduceva sul territorio nazionale i prodotti contraffatti. Attraverso conniventi autisti di una compagnia di bus di linea rumena. I carichi di merce, effettuati regolarmente ogni mercoledì in Romania, facevano ingresso, in modo occulto, nel Paese dalla dogana di Fernetti (Trieste). E, attraverso un servizio di staffetta, venivano scortati sino ad un parcheggio della zona industriale alle porte di Bergamo. Da qui i prodotti venivano distribuiti ad altre persone. A loro volta effettuavano le vendite illecite nelle rispettive provincie di residenza ovvero Milano, Bergamo, Brescia e Cremona.
Le attività investigative sono state coordinate e dirette dalla procura della Repubblica di Lodi. Hanno permesso, nei giorni scorsi, di denunciare complessivamente 8 persone. E di sequestrare oltre 112mila prodotti contraffatti, 2 automezzi e 4 immobili destinati rispettivamente al trasporto, stoccaggio e vendita dei prodotti falsi per un valore pari a 2 milioni di euro. Anche le perizie tecniche effettuate sul materiale sequestrato hanno confermato la non genuinità della merce.
