ROMA – Una Manovra complicata, nella stesura e nell’approvazione. Ieri la giornata ‘campale’ alla Camera con le dichiarazioni di voto sulla fiducia. I lavori sono stati caratterizzati da proteste, come quella dei ‘gilet blu’ lanciati da Forza Italia (clicca qui per leggere), e interventi duri.
Terminata la ‘chiama’, rallentata dall’assenza in Aula del Partito Democratico, si è passato ad esaminare i 244 punti all’ordine del giorno. Il voto finale riprende questa mattina alle 9.
Ieri prima dell’inizio della seduta proprio i democrat hanno tentato di riprendersi le piazze che durante i governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni non erano stati bravi ad intercettare. Muniti di megafono prima Matteo Orfini e poi Graziano Delrio hanno ‘bacchettato’ il governo penta-stellato.
Per i gialloverdi con il voto di questa mattina si concluderà un anno difficile, caratterizzato principalmente dal braccio di ferro con l’Ue: Giuseppe Conte e i suoi due vice, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, avevano chiesto di più, ma per non spezzare la corda con Bruxelles si sono dovuti ‘accontentare’ e modificare alcuni punti del documento.
Il primo capitolo si è concluso con l’ok alla fiducia posta sulla legge di bilancio da 327 deputati. Dalle 9 i deputati sono di nuovo in Aula.
Ma il capitolo ‘Manovra’ non si chiude questa mattina con il voto a Montecitorio. C’è un altro appuntamento: il 9 gennaio