MILANO (LaPresse) – La febbre del Nilo colpisce ancora in Lombardia. In pochi giorni sono 12 le persone contagiate nel Milanese. Uno di loro, un 80enne di Vanzaghello, alle porte di Milano, è ricoverato in coma farmacologico all’Humanitas di Rozzano per encefalite. Il sospetto circolava già da alcuni giorni, ma l’ufficialità è arrivata solo ieri.
Il paziente è ricoverato dal 24 agosto, attualmente è in coma farmacologico
L’ottantenne, ricoverato dal 24 agosto, era già in cura nella struttura per una grave patologia che ha indebolito le sue difese immunitarie, rendendolo più esposto a un eventuale contagio. Aveva avvertito i primi sintomi già il 19 agosto, ma era stato rimandato a casa senza il minimo sospetto. La settimana successiva, però, le sue condizioni si sono aggravate e si è reso necessario un nuovo ricovero.
Nessuna cura può debellare il virus che provoca la febbre del Nilo
Per l’80enne e per le altre vittime del contagio che sono gravi condizioni non c’è molto da fare: ad oggi non è nota nessuna cura che possa debellare il virus. Rischiano la vita anche un uomo di 81 anni ricoverato all’ospedale di Lodi e un 74enne ricoverato per una forte encefalite all’Humanitas. Altri tre casi, invece, sono stati scoperti casualmente: i pazienti, che non avevano alcun sintomo evidente, hanno fatto una donazione di sangue e solo dai controlli fatti in quell’occasione è emerso che avevano contratto anche loro la febbre del Nilo.