MILANO – “La Lega è un partito spaccato in due, ormai è palese in tutti i territori dove finalmente si fanno i congressi. Ora, dopo questa batosta, dobbiamo assolutamente rialzarci in piedi ripartendo dal Nord, dalla nostra gente”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Roberto Castelli, 76 anni, già ministro della Giustizia, bossiano di ferro. “Io questo tema di doverci rifondare lo avevo posto già due anni fa, lanciando l’associazione Autonomia e libertà. Dobbiamo tornare a essere un partito che sia il sindacato del Nord. Ma fino a prima della pandemia nessuno osava mettere in dubbio questa linea centralista, perché il segretario aveva un consenso troppo forte. Questo consenso è però svanito e ora Bossi ha riacceso gli animi dei militanti. Il nostro non è reducismo. Che poi siano stati i vecchi come Bossi e come me a dover recuperare questo sentimento, beh, discutiamone”.
Sulla scelta di Letizia Moratti, Castelli aggiunge: “Letizia è uscita con una dichiarazione assolutamente legittima. Deve recuperare i voti, perché ora i sondaggi la danno indietro e quindi apre a tutte quelle forze che possono aiutarla. Ma Bossi è stato chiaro: questo Comitato Nord è assolutamente all’interno della Lega. Anzi: con la mia associazione avevo aperto a tutti, mentre per aderire a questa nuova iniziativa di Umberto è obbligatorio avere la tessera della Lega. Alle Regionali l’indicazione è di votare per Fontana, non c’è il minimo dubbio. Io stimo moltissimo Letizia, eravamo colleghi in Consiglio dei ministri. Per il valore della persona è un peccato. Ma se ha fatto la scelta di mettersi in contrapposizione con Fontana, io mi sento di appoggiare Attilio. Però Moratti ha fatto una scelta precisa, imboccando una strada diversa dalla Lega”.
(LaPresse)