Tregua armata ai vertici di Palazzo Lombardia fra il governatore, Attilio Fontana, e la vicepresidente e assessora al Welfare, Letizia Moratti. Nessun ritiro delle deleghe per ora, per un verdetto definitivo anche sulla candidatura alle elezioni regionali del 2023 bisognerà attendere la risposta dei leader del centrodestra. È durato quasi un’ora il faccia a faccia tra i due convocato per un chiarimento dopo le polemiche delle ultime ore.
Alla vicepresidente Moratti “ho evidenziato in maniera chiara e inequivocabile, che il nostro rapporto fiduciario, sul piano del posizionamento politico, si è incrinato”, il commento a caldo di Fontana. Che aggiunge: “Ciò nonostante, essendo io il garante della coalizione in Lombardia e per senso di responsabilità rispetto al momento politico nazionale che stiamo vivendo, mi riservo di prendere una decisione definitiva dopo un confronto con i leader del centrodestra”. E a stretto giro arriva la replica di Moratti, che a Fontana ha “confermato la coerente disponibilità offerta al centrodestra. Resto in fiduciosa attesa che si esprimano definitivamente in merito i leader nazionali del centrodestra dopo la formazione del nuovo Governo, che in questo momento è la priorità assoluta del nostro Paese”.
Sta di fatto che il clima è rovente dopo l’ultimo botta e risposta che ha fatto risalire la tensione in Regione, anche se il dualismo va avanti da tempo dopo che Moratti si è detta pronta a correre nel 2023. “Ho accettato” la chiamata del governatore “per senso di responsabilità e per amore nei confronti della mia Regione, con un impegno parallelo che il presidente mi aveva allora dato, di un passaggio di testimone naturale a fine legislatura”, le parole dell’ex sindaca di Milano in tv di ieri sera che hanno scatenato la reazione piccata del presidente. Il quale aveva rintuzzato: “Non ho mai promesso a nessuno un passaggio di testimone al termine del mio mandato. Come tutti sanno non sono cariche ereditarie”. E il numero uno di Palazzo Lombardia aveva spinta poi la Moratti a un chiarimento: “È con noi o contro di noi?”.
La Lega ha chiesto alla vicepresidente di fare un passo indietro
D’altronde, Matteo Salvini ha sempre perorato la causa di un Fontana bis. Il Carroccio è l’unico partito della coalizione uscito allo scoperto sul tema, mentre da Forza Italia e Fratelli d’Italia non sono arrivate reazioni ufficiali nelle ultime ore. E il ribaltamento dei rapporti di forza del voto di domenica con il partito di Giorgia Meloni, che ha doppiato anche in Lombardia la Lega, complica la partita.
Delicata perché va ad incastrarsi con quella di altre Regioni al voto in primavera come il Lazio, il Friuli Venezia Giulia e il Molise, per cui il centrodestra non ha ancora deciso su quali nomi puntare, e si aggiunge a giornate di trattative in vista della formazione del nascituro governo di centrodestra.
Non le manda a dire, intanto, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, secondo cui “è chiaro” che lo scontro Fontana-Moratti “potrebbe anche spaccare in parte il campo del centrodestra. E in teoria potrebbe essere anche meglio per un candidato di centrosinistra, però è tutto da capire”. Per il segretario del Pd lombardo, Vinicio Peluffo, “dopo il voto di domenica, si va delineando sempre più la spaccatura profonda che divide il centrodestra lombardo.
La battaglia politica interna al centrodestra che vede contrapposte la Moratti e la Lega, con la sopravvivenza stessa di Fontana e della leadership di Salvini, non ha nulla di nobile”. E il coordinatore regionale del M5S, Dario Violi, non le manda a dire: “L’assessore Moratti ha pubblicamente sfiduciato, davanti a tutto il Paese, il presidente Fontana. Moratti ha certificato quanto abbiamo sempre sostenuto: questo centrodestra non si è dimostrato all’altezza di guidare la Lombardia”.(LaPresse)