Lombardia, Fontana: “Con il Festival delle Regioni viaggio in tutti i territori”

“Il Festival che inauguriamo oggi in Lombardia e che proseguirà il suo viaggio in tutti i territori che noi presidenti abbiamo l’onore di amministrare contribuirà a rilanciare il ruolo delle Regioni che, mai come negli ultimi anni, hanno dato prova di compattezza”.

Foto Claudio Furlan - LaPresse in foto Attilio Fontana

“Il Festival che inauguriamo oggi in Lombardia e che proseguirà il suo viaggio in tutti i territori che noi presidenti abbiamo l’onore di amministrare contribuirà a rilanciare il ruolo delle Regioni che, mai come negli ultimi anni, hanno dato prova di compattezza”. Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, aprendo i lavori di ‘L’Italia delle Regioni’, il primo ‘Festival delle Regioni e delle Province Autonome’ in corso a Palazzo Lombardia.

“Così come credo sia giusta – ha proseguito il presidente -, anche rispettando i dettati costituzionali, una ridefinizione dei compiti: le Regioni, come enti programmatori; i Comuni, enti locali che garantiscono i servizi; e una nuova stagione per quei corpi intermedi, con compiti di area vasta e coordinamento come le Province che sono stati eliminati nel 2016”.

“Partendo da questo presupposto – ha proseguito il governatore – si devono sempre più sottolineare i principi di sussidiarietà, una sussidiarietà orizzontale, riconoscendo il ruolo che anche il privato svolge, senza il quale non avremmo le risorse per riuscire a dare risposte non dico migliori, ma almeno uguali; dall’altra, una sussidiarietà verticale rispettosa dei Comuni e delle Province, come attori del sistema democratico”.

“Oggi apriamo dunque questa rassegna del Festival della Regioni e Province Autonome – ha concluso Fontana – con un corposo lavoro di Tavoli di confronto sulle tematiche di interesse per il nostro Paese, sul ruolo che la Conferenza può e deve svolgere come ente di raccordo con il Governo, con una riflessione aggiuntiva sulla possibilità di realizzare finalmente una Nazione dove l’ascolto delle parti non è contrapposizione, ma composizione degli interessi di tutti, con l’obiettivo di disegnare un riparto delle competenze che non sia più uguale per tutti, ma sia distinto a seconda delle vocazioni territoriali, delle specificità e dei problemi che un territorio presenta”.

LaPresse

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