MILANO – La Lombardia corre verso la zona rossa. La prima conferma, in attesa dell’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, arriva direttamente dal presidente della Regione, Attilio Fontana. “La Lombardia si prepara a diventare zona rossa perché lo dicono i dati”, ha spiegato. Sottolineando che la stretta sull’arancione rafforzato “ha contenuto inizialmente lo sviluppo del virus, ma le varianti sono un po’ più veloci nella diffusione”.
Casi in aumento
La regione è ora nel pieno della terza ondata: oltre 6mila contagi in un giorno (6.262) con le province di Milano e Brescia che da sole ne fanno oltre 2.500, senza contare Como, Varese e Mantova, in forte risalita.
Numeri così alti significano una pressione sugli ospedali, come ha chiarito sempre Fontana, precisando che “l’occupazione negli ospedali è intorno al 40%: siamo in una situazione di pressione ma non ancora di angoscia”. La zona rossa prevista per la Lombardia a partire da lunedì “mi auguro sia l’ultimo sacrificio che chiediamo ai nostri cittadini”, precisa ancora Fontana.
Zona rossa in Lombardia
Da lunedì si ferma tutto (o quasi). Tutte le scuole saranno chiuse, asili compresi, nessuno spostamento permesso se non quelli necessari e solo all’interno del proprio comune. Bisogna stringere ancora i denti, ribadisce il governatore lombardo e sperare che si sblocchi la situazione vaccini, che sul territorio è particolarmente lenta e caotica, come ha dimostrato la coda di ieri al Niguarda.
Milano
Proprio su Milano si temono assembramenti ‘pre zona rossa’. Complice il bel tempo, sabato e domenica i milanesi potrebbero riversarsi per le strade della città, in particolare nelle zone della movida: Darsena e Navigli saranno blindati, come avviene ormai da un paio di settimane.
La situazione nel bresciano
A preoccupare è anche la situazione del bresciano, dove i contagi sono stabilmente sopra i mille ogni giorno, e dove la campagna vaccinale non parte, tanto che il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, è pronto a scrivere al premier Mario Draghi perché la provincia venga aiutata il prima possibile, dirottando le dosi secondo un criterio di crescita del contagio. “Questa ondata deve essere governata diversamente: questo territorio ha già pagato. Oggi serve un cambio di passo”, ha ribadito.
(LaPresse/di Lorena Cacace)