Dalla Francia al Venezuela passando, ora, pure per l’Albania. Si muove l’onda della protesta che sta attraversando il globo. Dall’America latina all’Europa. Condizioni diverse, motivi diversi. Al di là delle cause, anche a Tirana le persone sono scese in piazza. A guidare la folla l’opposizione. Leader della protesta è Lulzim Basha.
La minoranza ha deciso di spostare la lotta dai banchi del parlamento alla strada. Obiettivo è ottenere le dimissioni del premier socialista Edi Rama. Vogliono “un governo transitorio che prepari elezioni anticipate che siano libere ed in rispetto degli standard internazionali”.
La protesta stamattina ha avuto momenti di forte tensione: i manifestanti hanno cercato di assaltare il palazzo di governo provando a sfondare l’entrata principale. Ma a respingerli ci ha pensato la Guardia repubblicana.
Che ci fosse il rischio di un’escalation violenta era stato annunciato nei giorni scorsi dalle forze dell’ordine.
Chi è sceso in piazza per invitare il premier a lasciare è un gruppo traversale: ci sono esponenti di centrodestra e centrosinistra. A Rama viene contestata dalla minoranza la presunta “collusione con il crimine organizzato”. Il socialista avrebbe “gettato l’Albania nella corruzione e nella miseria”.
Il presidente della Repubblica Ilir Meta ha invitato i cittadini alla calma: “Bisogna evitare gli scontri e la violenza. I cittadini devono manifestare liberamente e le istituzioni vanno rispettate”.
La protesta si è conclusa dopo circa 4 ore, ma il leader ha garantito che la rivolta non si placherà fino a quando non otterrà le dimissioni di Rama. I manifestanti si riuniranno in piazza giovedì prossimo.