L’Onu propone militari per difendere i palestinesi, Israele boccia il piano

Sono quattro le opzioni proposte

LP / AFP PHOTO / HECTOR RETAMAL

NEW YORK (LaPresse/AFP) – L’Onu presenta un piano per migliorare la protezione dei palestinesi nei territori occupati da Israele. Ma lo Stato ebraico lo boccia. È stato il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, a illustrare le quattro raccomandazioni Onu. Sono contenute in un rapporto di 14 pagine, che era stato richiesto dall’Assemblea generale dopo il riesplodere delle violenze a Gaza. Il cui bilancio da fine marzo è di 171 palestinesi uccisi dal fuoco israealiano.

Le 4 opzioni proposte dall’Onu

Queste le quattro opzioni proposte dall’Onu. Aumentare gli aiuti umanitari e allo sviluppo per i palestinesi. Inviare una forza militare o di polizia sotto mandato Onu per dare protezione fisica ai civili palestinesi. Inviare degli osservatori Onu che monitorino i diritti dell’uomo. O creare una missione civile di osservazione presente in zone sensibili, come checkpoint e nei pressi delle colonie israeliane. Per rendere conto delle questioni di protezione dei palestinesi.

Israele respinge le proposte

Guterres ha sottolineato che, per ognuna di queste raccomandazioni, sarebbe necessaria una cooperazione fra israeliani e palestinesi. Ma Israele ha subito respinto il report: “l’unica protezione di cui il popolo palestinese ha bisogno è dalla sua leadership”. E “invece di suggerire modi per proteggere il popolo palestinese da Israele, l’Onu dovrebbe ritenere la leadership palestinese responsabile del fatto di mettere continuamente in pericolo il proprio popolo”. Lo ha dichiarato l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni unite, Danny Danon. “I suggerimenti del report non farebbero che consentire il continuo atteggiamento di rifiuto dei palestinesi”, ha concluso.

Missione di osservazione a Hebron

Un mandato Onu per una forza armata avrebbe bisogno di una decisione del Consiglio di sicurezza. Organo in cui gli Stati Uniti potrebbero usare il loro diritto di veto per bloccare una misura alla quale senz’altro Israele si opporrebbe. Una piccola missione di osservazione, composta da europei, fu dispiegata nel 1994. Nella città di Hebron, in Cisgiordania. Ma Israele da allora ha respinto gli appelli per una presenza internazionale nelle zone sensibili.

La soluzione adottata a giugno

In una risoluzione adottata a giugno scorso, l’Assemblea generale dell’Onu condannava Israele per le vittime palestinesi a Gaza e incaricava Guterres di stilare delle raccomandazioni per “un meccanismo di protezione internazionale” a favore dei palestinesi. “Prendere di mira dei civili, in particolare dei bambini, è inaccettabile”, scrive Guterres nel rapporto. Sottolineando che tutti coloro che violano il “diritto umanitario internazionale devono esserne ritenuti responsabili”.

Gli sforzi per garantire il benessere dei palestinesi

Il segretario generale aggiunge che gli sforzi Onu per garantire il benessere dei palestinesi devono essere rafforzati e giudica “particolarmente inquietante” la crisi finanziaria che colpisce l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, la Unrwa, che affronta un consistente deficit di bilancio dopo che l’amministrazione del presidente Usa Donald Trump ha deciso di congelare parte del suo contributo finanziario.

Un conflitto di difficile risoluzione

Gli Stati Uniti promettono da mesi un piano di pace per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Ma il dialogo con i palestinesi si è infranto dopo la decisione di Trump, alla fine del 2017, di riconoscere unilateralmente Gerusalemme capitale di Israele. Le Nazioni unite hanno messo in guardia contro il rischio dello scoppio di una nuova guerra a Gaza. Dove dal 2008 sono già scoppiati tre conflitti. Venerdì, in nuove manifestazioni lungo il confine fra la Striscia di Gaza e Israele, due palestinesi sono stati uccisi dagli spari di soldati israeliani. E altri 270 sono rimasti feriti.

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