Lotta alle infiltrazioni mafiose nell’economia: 89 interdittive in 9 mesi. Allarme sulla ristorazione

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Il prefetto Michele Di Bari e Vincenzo Schiavo di Confesercenti

NAPOLI – Adottate 86 interdittive antimafia dall’inizio dell’anno, un’attività di contrasto alla criminalità organizzata che ha coinvolto imprese in vari settori, con l’obiettivo di limitare la loro capacità di infiltrarsi nell’economia locale. Il prefetto Michele di Bari accelera e punta i riflettori sui settori dell’edilizia e della ristorazione. Qui i clan si infiltrano con più rapidità. “Di fatto la ragione è questa. I controlli oggi sono molto più ampi e tecnici. Si sta perfezionando il lavoro delle forze dell’ordine, così riescono a intervenire velocemente e con grande capacità. Stiamo vedendo che emerge quella parte di grigio, dove la criminalità pressa gli esercenti – spiega al telefono Vincenzo Schiavo,
presidente di Confesercenti Campania – emerge anche un altro dettaglio: oggi denunciare conviene di più. Penso che siamo sulla buona strada. Vorrei che questa regione possa immaginare un futuro non condiviso con nessuno. Un ragazzo deve poter mettere a terra un progetto, senza pensare che un domani qualcuno possa chiedergli del denaro, o subire le infiltrazioni della criminalità. Altro aspetto importante è che oggi molti imprenditori giovani non riescono ad ottenere linee di credito e così sono più esposti agli usurai.
L’imprenditore deve avere certezze nella giustizia. Dopo tre anni le denunce devono trovare un riscontro. Altrimenti si ha meno fiducia nella
magistratura e le denunce si riducono. Abbiamo diverse segnalazioni dei commercianti e un tavolo aperto con la guardia di finanza, la questura e il prefetto. I quartieri periferici hanno meno controllo, perché c’è meno turismo e l’imprenditore diventa più vulnerabile”.

Le attività attenzionate riguardano prevalentemente i settori dell’edilizia, del commercio di vario genere – anche alimentare, della ristorazione e preparazione di alimenti – le agenzie di affari e di sbrigo pratiche, i servizi di pulizia e raccolta rifiuti, le attività di logistica e trasporto. Il numero più elevato di imprese destinatarie di provvedimenti interdittivi (21) riguarda il settore dell’edilizia, confermatosi come categoria “sensibile”, particolarmente soggetta al rischio di infiltrazioni. Inoltre, nell’ultimo periodo, il comparto della ristorazione si è rivelato un settore di grande vulnerabilità – risultando destinatario di 16 provvedimenti ostativi – che lo rende esposto a infiltrazioni criminali e al riciclaggio di denaro. Le attività di ristorazione risultano fortemente a rischio per una serie di fattori strutturali, come l’utilizzo frequente di contante, gli alti livelli di manodopera irregolare e l’opacità della struttura proprietaria. Tale settore è particolarmente ambìto dalla criminalità organizzata per i rilevanti introiti che derivano dalle attività e per la capillarità con cui gli esercizi commerciali di tale tipologia possono essere diffusi sul territorio, garantendo servizi per i quali vi è larga richiesta da parte dell’utenza. Ciò peraltro consente alle
consorterie criminali di riciclare in genti somme di provenienza.

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