L’Ue bacchetta l’Italia sul debito: nel 2019 salirà

La Commissione europea continuerà a monitorare il nostro Paese, compiendo "un'indagine approfondita" sugli squilibri macroeconomici italiani

MILANO – La crescita dell’Italia è troppo lenta e il debito pubblico è un fardello sempre più pericoloso. Roma si prende i rimproveri di Bruxelles, che presenta il suo rapporto sugli squilibri macroeconomici. L’Italia è uno dei Paesi con “squilibri eccessivi”, insieme con Cipro e Grecia, e sarà monitorato dalla Commissione Ue con gli altri Paesi con “squilibri”, che sono Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia. In particolare, però, per l’Italia “nel 2018 è aumentato il rapporto tra debito e Pil” che “rischia di aumentare ulteriormente nel 2019 a causa delle deboli prospettive economiche e del peggioramento del saldo primario”, si legge nel rapporto.

Le vulnerabilità del settore finanziario

Che vede, tuttavia, un allentamento della pressione dalla discesa dello spread degli ultimi mesi con il nuovo governo. “In positivo – spiega il documento di Bruxelles -, il rendimento dei titoli di Stato è sceso in modo consistente”. Ma non basta ancora a rilanciare il credito all’economia. “Il risanamento delle banche – continua il report – è progredito in modo sostanziale, con la caduta dello stock di crediti in sofferenza, ma i prestiti alle società non finanziarie rimangono deboli”. Inoltre, sottolinea ancora la Commissione, “permangono vulnerabilità del settore finanziario, in particolare per le banche di piccole dimensioni che detengono ancora” Npl nei propri portafogli.

L’Ue monitora l’Italia

Per tutti questi motivi, la Commissione europea continuerà a monitorare l’Italia, compiendo “un’indagine approfondita” sugli squilibri macroeconomici italiani. Ma quello sugli squilibri non è l’unico rapporto reso noto dall’Ue. Nel report sull’occupazione, infatti, l’Italia è descritta come il Paese con il maggior numero di “situazioni critiche” nel mondo del lavoro rispetto ai Paesi europei messi nelle peggiori condizioni da questo punto di vista. “Grecia, Italia, Romania e Spagna presentano valutazioni ‘critiche’, ‘da osservare’ o ‘deboli ma in miglioramento’ su dieci o più indicatori”, rilevati da Bruxelles. “Tra questi Paesi, l’Italia registra il maggior numero di ‘situazioni critiche’ (otto), seguita da Romania (sette), Grecia (quattro) e Spagna (due)”, evidenzia ancora il rapporto.

(AWE/LaPresse/di Lorenzo Allegrini)

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