ROMA – La Ue prolunga come annunciato fino al 2023 lo stop al patto di stabilità ma invita i singoli Paesi, ora che l’emergenza pandemia sembra lasciar spazio a un progressivo ritorno alla normalità, a tornare a politiche di bilancio prudenti. Invito che riguarda in particolar modo i Paesi con gli squilibri più accentuati e che vede tra loro anche l’Italia.
Il gap da colmare
Nel pacchetto di primavera pubblicato oggi la Commissione individua in debito eccessivo e bassa produttività le principale zavorre della crescita italiana e invita il governo di Roma ad usare il Recovery “per finanziare investimenti aggiuntivi a sostegno della ripresa, mentre conduce politiche di bilancio prudenti”. Inoltre deve “limitare la crescita della spesa corrente finanziata a livello nazionale” e, “quando le condizioni economiche lo consentiranno, perseguire una politica che punti ad avere una posizione prudente nel medio termine ed assicuri la sostenibilità”. Allo stesso tempo, però, deve “aumentare gli investimenti per rafforzare il potenziale di crescita” e dare “priorità alle riforme fiscali strutturali”.
Sospensione del patto di stabilità
Avvertimento che il commissario all’economia Paolo Gentiloni traduce così. “Ci sono buone notizie su una ripresa in atto, ma sarebbe grave puntare a stringere le condizioni di sostegno alle economie” ha detto invitando i Paesi con pesanti indebitamenti a concentrare gli sforzi sugli investimenti raffreddando la spesa corrente. Tutti i sostegni dovranno essere concentrati “su riforme, investimenti e impegni a migliorare le economie”. La sospensione del patto di stabilità ha aggiunto Gentiloni “non significa che non ci debba essere massima attenzione a limitare l’accumulo della spesa corrente con conseguenze permanenti sui paesi più indebitati, tra cui l’Italia.”
Verso la crescita
Più in generale Gentiloni spiega. “Un inverno cupo sta lasciando il posto a una luminosa primavera per l’economia europea. Milioni di europei vengono vaccinati ogni giorno e con il calo del numero dei casi, le restrizioni vengono allentate e la fiducia aumenta. Ora dobbiamo fare i prossimi passi nel modo giusto. La ripresa rimane disomogenea e l’incertezza è ancora elevata, quindi la politica economica deve rimanere di supporto sia nel 2021 che nel 2022. Grazie anche al Recovery and Resilience Facility, gli investimenti pubblici dovrebbero raggiungere il livello più alto in oltre un decennio. Il nostro messaggio oggi è che tutti i paesi dovrebbero anche preservare gli investimenti finanziati a livello nazionale. Una volta che i rischi per la salute diminuiscono, i paesi dell’UE dovrebbero passare con attenzione a misure più mirate per aiutare le imprese e i lavoratori a navigare nel mondo post-COVID.”
La ripresa dell’economia
Analogo ottimismo da parte di Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo Ue. “Presentiamo questa ‘edizione speciale’ del pacchetto di primavera in un momento cruciale, con la nostra ripresa dietro l’angolo ma con la strada da percorrere ancora lastricata di incognite. Continueremo quindi a utilizzare tutti gli strumenti per rimettere in carreggiata le nostre economie. Prolunghiamo la clausola di salvaguardia generale nel 2022, al fine di disattivarla nel 2023. Incoraggiamo gli Stati membri a mantenere politiche di bilancio di sostegno quest’anno e il prossimo, preservando gli investimenti pubblici e sfruttando al massimo i finanziamenti del Fondo per la ripresa e la resilienza per stimolare la crescita. Un buon mix di spesa – focalizzato sugli investimenti tenendo sotto controllo le altre spese – faciliterà il ritorno a posizioni più prudenti nel medio termine, che sarà particolarmente importante per i Paesi ad alto debito”.
(AWE/LaPresse)