ROMA – Quando manca una linea politica e l’opposizione è ferma a qualche tweet accade che la maggioranza viene accusata di ogni misfatta. L’ultima ‘follia’ in casa Pd arriva dal suo organo di informazione, Democratica, che tenta di incolpare indirettamente la destra e la Lega dei gravissimi e tristi fatti di Ancona. Si legge infatti in un editoriale della testata Dem: “Tragedia di Ancona, quando la destra sdoganò l’uso dello spray urticante“. Come a dire: niente spray, niente tragedia. Un tentativo bislacco, assurdo di far opposizione che sottolinea la totale mancanza, ad oggi, di una linea politica e mancanza di capacità di opposizione in casa Dem. Intanto il Congresso va avanti ma l’ombra lunga di Matteo Renzi, qualsiasi sia la scelta dell’ex segretario, rischia di vanificare tutto.
La strategia Dem: qualsiasi cosa accada è colpa della destra
“Proprio a seguito della legge quando c’era in carica il governo Berlusconi con la Lega come alleato, lo spray è stato liberalizzato e si può comprare ovunque“, si legge. E poi: “L’uso improprio è dietro l’angolo“. Insomma la teoria è questa: è colpa dello spray, la destra ne ha autorizzato l’uso, è colpa della destra. Innanzitutto la legge, al di là del merito, ne stabilisce un uso di difesa, non di offesa. Ma soprattutto, cosa c’entra la liberalizzazione dello spray al peperoncino con chi lo ha usato in quel modo in una discoteca? Proprio niente. E’ l’ennesimo tentativo di una sinistra smarrita di ritrovare un’anima. Una mancanza di opposizione decente che bene al paese non fa.
Il Congresso di Renzi: o la candidatura o la scissione
Intanto il congresso “s’avvia a incominciare”. Dopo il ritiro di Marco Minniti sembra essere una corsa a due: Maurizio Martina e Nicola Zingaretti. Ma le scelte future di Matteo Renzi peseranno sulla riuscita del congresso. Qualcuno immagina addirittura una ricandidatura dell’ex sindaco di Firenze. In quel caso cambierebbe completamente lo scenario. Sarebbe uno show down definitivo tra due modelli opposti. Oppure una scissione verso destra. In quel caso la sinistra si ritroverebbe in un altro mondo, con un Pd intento a scegliere un segretario che potrebbe essere l’ultimo, De Magistris intento a costruire un soggetto movimentista e Renzi alle prese con la vocazione macroniana. Insomma, grande è la confusione sotto il cielo. Ma non tutto va bene.