ROMA – Nel giorno che dovrebbe sancire la sua conferma a leader del Movimento 5 Stelle – il risultato del voto tra gli iscritti si saprà tra poche ore, ma l’esito appare scontato – Giuseppe Conte ricompatta ‘in presenza’ il partito. Riunisce i Comitati politici e tematici allo Scout Center di Roma e annuncia che il M5S “non farà passi indietro” e continuerà a dirsi contrario all’aumento delle spese militari, a “un riarmo inutile che sarebbe una follia”. E a chi gli chiede se questo possa portare a uno strappo con il Governo, assicura: “Il Movimento 5 Stelle è un pilastro di questa esperienza di governo. Non è il Governo dei nostri sogni ma lo sosteniamo con responsabilità”.
Nessuna crisi in vista dunque, ma il messaggio che l’ex premier vuole lanciare è quello di unità rispetto a un tema, quello del ‘no’ al riarmo, diventato ormai un mantra 5 stelle. “Adesso c’è un’emergenza energetica e le posizioni che stiamo assumendo sono chiare. Non ci lasciamo distrarre dai media e dalla stampa che dicono che abbiamo cambiato idea, la nostra posizione è lineare. Andiamo avanti”, dice Conte aprendo la ‘due giorni’ pentastellata, che vede riuniti fino a domani mattina un centinaio di esponenti tra parlamentari e membri del Governo.
Un momento di condivisione e confronto in cui ciascun Comitato potrà presentare le proposte a cui ha lavorato negli ultimi mesi, per definire la sintesi politica e programmatica del Movimento. “La spinta innovatrice espressa dal M5S non ha nulla di paragonabile rispetto alle altre forze nell’ambito del panorama politico italiano”, ma “noi non siamo disponibili ad ‘accomodarci. E certo non possiamo vivere di rendita: la politica non consente rendite”, li incoraggia il leader, invitandoli “a un confronto anche duro” ma “senza personalismi”.
L’obiettivo comune deve essere quello di delineare “le priorità della nostra agenda politica e, in prospettiva, la bozza del nostro progetto per migliorare la società italiana”, continua, auspicando “una sintesi politica che deve scaturire dal confronto”, in cui “la forza delle argomentazioni deve essere il nostro metodo che ci deve condurre alle soluzioni”. C’è da costruire il Movimento del futuro, secondo Conte, con una “scuola di formazione con relatori internazionali” e “forum territoriali per coinvolgere società civile”. Ma intanto si parte dalle certezze, dal non fare passi indietro rispetto al ‘no’ all’aumento delle spese per la difesa. Anzi, “sono certo che sarà il Governo a fare un passo avanti in questa direzione”, afferma l’ex premier.
Decisivo potrebbe essere il vertice previsto domani pomeriggio, alle 17.30 a Palazzo Chigi, con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Anche perché le polemiche, anche interne alla maggioranza, non si placano. Se il segretario del Pd, Enrico Letta, dichiara di aver “apprezzato i toni molto responsabili che ha usato” Conte ieri in tv, e si dice “convinto che si troveranno le soluzioni più idonee perché il governo Draghi svolga il suo lavoro per l’Italia e per Europa”, altre forze politiche sono molto più dure.
“La maggioranza può anche fare a meno del M5S”, taglia corto il capogruppo alla Camera della Lega, Riccardo Molinari, mentre il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ricorda: “Noi siamo favorevoli all’aumento della spesa militare”, e “prima lo era anche Conte”. Il quale “per avere un po’ di consenso spara a zero contro le spese militari italiane”, chiosa il leader di Italia Viva Matteo Renzi.
Ma il presidente M5S tira dritto e attende la rielezione che arriverà dal voto degli iscritti, che si chiuderà alle 22: “Ieri hanno votato in 38 mila”, fa sapere il vicepresidente del Movimento Riccardo Ricciardi, che aggiunge: “L’avvocato Borrè probabilmente farà un altro ricorso, ma è stato seguito un iter giuridico assolutamente rigoroso”. Ne è convinto anche Conte, che vuole una legittimazione piena: “Mi aspetto che la comunità 5 Stelle faccia una scelta chiara e forte. Mi aspetto una investitura chiara per proseguire questo progetto ambizioso di miglioramento della società”.(LaPresse)