MILANO – Si chiama “mandato zero” ed è la novità che, più di tutte, tiene banco nel mondo pentastellato. Ad annunciarla è Luigi Di Maio, spiegando bene cosa sia: “Il primo dei due mandati” previsto dallo Statuto M5S “che non si conta, cioè che non vale”. Riguarda solo ed esclusivamente i consiglieri comunali e municipali, ma è comunque una vera e propria rivoluzione per chi milita nel Movimento, sempre che la proposta passi il vaglio degli iscritti con un voto online sulla piattaforma Rousseau.
Questo non cambia e non cambierà. “Se vieni eletto consigliere comunale o di municipio al primo mandato e lo completi, poi decidi di ricandidarti e non diventi né presidente di municipio né sindaco, allora quello precedente non vale”, ribadisce il vicepremier. Che ha una priorità: “Non disperdere l’esperienza che un consigliere comunale matura durante il suo mandato e che può portare in altri contesti, ad esempio in Regione, in Parlamento, in Europarlamento”.
Perché “i consiglieri comunali sono la stragrande maggioranza dei nostri eletti e ogni giorno portano avanti le battaglie del M5S, molto spesso da soli, con decine e decine di atti da studiare e da seguire”. Ma, assicura sempre Di Maio, “in futuro, a seguito di questa grande riorganizzazione, potremo dargli più supporto legale, più supporto di esperti per portare avanti il loro mandato”.
La riflessione, ad ogni modo, abbraccia una gamma ben più ampia di ragioni. Prima fra tutte la difficolta di sbloccare le coalizioni con le liste civiche in tutta Italia: “Secondo me non siamo ancora pronti”, ammette Di Maio. Visto che a suo modo di vedere “le civiche molto spesso sono serbatoi di voti che nascono due mesi prima delle comunali o delle regionali e scompaiono il giorno dopo le elezioni”.
Dagli oppositori, ma anche dal web, il ‘mandato zero’ è diventato un hashtag di successo. Ma grazie alle ironie della rete, che hanno fatto notare come stia cadendo uno dei primissimi e apparentemente resistenti capisaldi del Cinquestelle. Mentre nel Movimento qualche big già esprime il suo apprezzamento per la proposta, come Chiara Appendino: “Credo sia una buona regola, quindi per quanto mi riguarda voterò a favore”.
La sindaca di Torino, però, indicata proprio da Di Maio come “il futuro del Movimento 5 Stelle”, gela i sostenitori pentastellati annunciando che porterò a termine il mandato, ma “non mi ricandiderò, mi sembra evidente”. Almeno sotto la Mole ci sono due anni di tempo per costruire un’alternativa. (LaPresse)