Luigi Di Maio in crisi da leadership anche sui social. Il grillino di Pomigliano all’angolo

Il ministro sembra aver imboccato il viale del tramonto assieme al tutto il Movimento. Anche Facebook e Istagram sottolineano la netta fase di decadenza con una pletora di utenti che ormai gli hanno voltato le spalle dando vita ad una vera e propria emorragia di like e followers

(AP Photo/Virginia Mayo)

ROMA – Luigi Di Maio in crisi da leadership anche sui social. Tanti utenti di Facebook e Instagram gli hanno voltato le spalle. Una situazione che gli ha procurato una vera e propria emorragia di like e followers e che fa il paio con le voci che non lo vedrebbero più leader del Movimento. Ma in suo soccorso giungono i ministri Spadafora, Bonafede e il viceministro dello Sviluppo Economico Buffagni.

Dalle stelle alla polvere

La crisi non è solo di Di Maio. Ma rispecchia l’implosione dell’intero M5S che mostra di perdere quota giorno dopo giorno. E se la rete è lo specchio di consensi e dissensi, Luigi Di Maio sembra essere stato del tutto messo da parte dai tanti affezionati che prima gli davano sostegno. Crescono, invece i consensi per gli altri leader della maggioranza: Giuseppe Conte (+4021), Nicola Zingaretti (+1841) Roberto Speranza, capo di Leu (+2337). In calo anche Matteo Renzi (-1.615) di Italia Viva che non sembra più entusiasmare i proprio affezionati.

I dati

Sulla piattaforma Facebook ad oggi Luigi Di Maio conta 2.206.920 fans. Lo precede Matteo Salvini. Il leader dei 5S ha perso con il nuovo governo bel 31.071 followers e 7.600 amici su Facebook. In calo anche su Instagram, con un -1500. Non a caso un post di Di Maio non riesce a superare i 10mila like. E, in parallelo al suo declino, crescono gli altri componenti l’esecutivi giallorosso: Giuseppe Conte (+4021), Nicola Zingaretti (+1841) Roberto Speranza, capo di Leu (+2337). In calo anche Matteo Renzi (-1.615).

Lascia o raddoppia?

E’ la domanda che in molti si pongono sulla situazione di Luigi Di Maio. La crisi evidente che accompagna l’attuale leader dei 5S e del Movimento in genere imploso dall’avvio dell’attuale esecutivo non può essere disconosciuta, né tanto meno sottovalutata. “Non posso rispondere su una notizia falsa letta su un giornale – ha fatto sapere Di Maio ad una testata giornalistica nazionale -. Diciamo più che altro che in questi giorni di tensioni internazionali, il M5S dovrebbe essere molto focalizzato. Fare il capo politico – ha continuato – non è una cosa semplice, sembra che mi diverta a lavorare senza sosta. Voglio bene al M5S. E comunque io sono stato candidato solo in elezioni nazionali. Detto questo, gli Stati Generali si fanno per capire proprio cosa non funziona a livello regionale. Se tre persone firmano un documento ok, le rispetto, ma non mi si venga a dire che è quello che chiede la base. Nel M5S decidono gli iscritti, da sempre. Molte persone che contestano questo metodo dimenticano di essere in Parlamento proprio grazie ad esso. Prima andava bene e ora no?”.

La difesa a Di Maio

Lo difendono a spada tratta i ministri Spadafora e Bonafede oltre al viceministro dello Sviluppo Economico Buffagni. Affermano che contro Di Maio si sono verificati veri “attacchi da parte di una minoranza” e aggiungono: “vediamo chi è pronto a sfidarlo”.

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