Roma (LaPresse) – “Ho ricevuto minacce di morte sui social: chi ti vuole uccidere sul serio però non ti minaccia su facebook ma si fa trovare direttamente sotto casa”. Lo dice a Radio Cusano Campus Filippo Roma, conduttore de Le Iene, a seguito delle minacce di morte ricevute dopo l’inchiesta sul lavoro in nero nell’azienda di Antonio Di Maio, padre del vicepremier e ministro del Lavoro. “Mi hanno fatto 2 o 3 minacce brutte ma questo è un grande classico quando si fanno inchieste sui Cinque Stelle – afferma -.
Di solito partono una valanga di messaggi anche coloriti, chi mi ha dato del drogato, servo di Renzi, servo di Berlusconi… Mi sono anche divertito tutto sommato a leggere gli insulti dei simpatizzanti del M5S; una cosa simile era accaduta lo scorso anno a seguito dell’inchiesta ‘rimborsopoli’, sui falsi rimborsi da parte dei parlamentari dello stesso movimento. C’è un fideismo a volte un po’ cieco ed ottuso che spinge alcuni, non so bene come definirli, simpatizzanti o attivisti che arrivano a scrivere cose che non stanno né in cielo né in terra”.
L’inviato de Le Iene rivela di aver avuto minacce di morte
“Ad ogni modo le minacce mi sono arrivate solo quando ho preso di mira i Cinque Stelle – sottolinea Roma -Perché? Forse hanno acceso molte emozioni e speranze negli italiani e quindi hanno creato una massa di simpatizzanti, di tifosi che hanno un attaccamento morboso verso il loro partito. Il Movimento ha toccato la pancia del Paese e ha smosso anche i sentimenti e le speranze della gente. Non mi è successo nemmeno quando ho parlato delle case popolari di Roma in cui era rimasta coinvolta la società di Totti e neanche quando ho perseguitato Renzi, Letta, Berlusconi e tanti altri… Purtroppo la gente per via della troppa ottusità si scorda delle inchieste passate ma sono tutte reperibili su internet, basta cercare… E soprattutto deve stare più calma prima di sparare accuse pesanti. In ogni caso io dormo con la coscienza a posto”, conclude.