di Maria Elena Ribezzo
CITTA’ DEL VATICANO (LaPresse) – È stato uno dei colloqui a porte chiuse più lunghi del pontificato di Papa Francesco, quello con il presidente francese Emmanuel Macron. Un faccia a faccia durato 57 minuti, in cui c’è stato spazio per parlare di laicità, clima, Africa, Medio Oriente e disarmo, Europa e migranti. Un una conversazione “libera e intensa”, come l’ha definita il capo dell’Eliseo.
L’atmosfera a palazzo Apostolico era talmente rilassata che nel congedarsi dal Pontefice, il presidente francese, accompagnato dalla moglie Brigitte, ha salutato il Papa con l’inusuale gesto di una carezza. “Non abbiamo guardato l’orologio”, ha raccontato Macron. Su vari temi, come “l’immigrazione” e “riflessioni etiche sulla società” si è “parlato molto e ci siamo molto ascoltati”. E “possiamo dire che abbiamo avuto su molti temi scambi filosofici, ma provando a fare della filosofia pratica più che metafisica”.
Lo scambio dei doni, al termine del faccia a faccia, è stato significativo
Macron ha portato al Papa una copia antica del ‘Diario del Curato di campagna’ di Georges Bernanos, libro molto amato dal Pontefice. Bergoglio ha donato al presidente francese un medaglione con San Martino che divide il suo mantello con un povero. “Vuole sottolineare la vocazione dei governanti in aiuto dei poveri”, ha spiegato Francesco. Con il medaglione, c’erano anche le copie in francese dei suoi scritti. L’enciclica sulla cura del Creato, Laudato Si’, l’esortazione sulla famiglia, Amoris Laetitia, e quella sul Vangelo, Evangelii Gaudium. Oltre al documento Gaudete et Exultate, “un testo sulla classe media della santità”, ha detto il Papa. In una busta, poi, gli ha consegnato il messaggio per la Pace del 2018.
Anche se la visita di Macron a Roma aveva una ragione diplomatica ufficiale (prendere possesso del titolo di protodiacono d’onore del capitolo lateranense), il significato politico del viaggio è stato differente
Si è inserito tra il pre-vertice di Bruxelles, di domenica scorsa, e il Consiglio europeo, alla fine di questa settimana. Consiglio che si propone di fornire risposte concrete alla gestione dei flussi. Non erano previste visite istituzionali, ma un incontro con il premier Giuseppe Conte c’è stato. E in segreto, per “rispetto”, ha chiarito Macron, nei confronti del Vaticano. E se il tema dell’accoglienza fa scricchiolare i rapporti tra l’Italia e i cugini d’Oltralpe, la Santa Sede cerca di tenere stretti i legami con Parigi. Pur ‘richiamandola’ alle sue responsabilità. Anche Macron, dal canto suo, ha assicurato la volontà della Francia di “approfondire le relazioni di amicizia, comprensione e fiducia” con il Vaticano. In favore “della pace, per il bene comune”.
Prima di incontrare il Papa, Macron ha visto a Palazzo Farnese (una delle sedi dell’ambasciata di Francia) una delegazione della Comunità di Sant’Egidio
Comunità guidata da Andrea Riccardi, il fondatore, e Marco Impagliazzo, il presidente. La comunità di cattolici laici, da sempre è impegnata a favore dei rifugiati e con la Cei organizza in Italia i corridoi umanitari. “È stato un incontro interessante, preparato negli ultimi mesi”, ha riferito Impagliazzo. “Non siamo entrati in questioni politiche strette tra Italia e Francia, ma ci è stata espressa dal presidente Macron la volontà di risolvere i problemi legati ai flussi dei migranti a livello europeo”.
Si è parlato delle soluzioni per la stabilizzazione dell’Africa, dello sviluppo dei paesi africani, di un piano di educazione che permetta agli africani di rimanere a casa e lavorare per lo sviluppo dei propri paesi. “C’è stata consonanza con Macron su questi temi”, assicura il presidente di Sant’Egidio. “Abbiamo sottolineato il valore dell’accordo tra Etiopia ed Eritrea. Abbiamo ringraziato il presidente per aver menzionato i corridoi umanitari come modello di immigrazione legale. Soprattutto per persone che hanno bisogno di protezione umanitaria. Questi canali presenti in Italia, Francia, Belgio e Andorra andranno allargati quando ci saranno crisi umanitarie. Come quella siriana che purtroppo non accenna a diminuire”.
Nel pomeriggio l’agnostico Macron ha ricevuto nella Basilica di San Giovanni in Laterano il titolo di protodiacono d’onore del capitolo lateranense
Tradizione che risale al XV secolo quando lo Stato e la chiesa francese erano una cosa sola. Molti, prima di lui, lo hanno declinato, compresi i socialisti Francois Mitterrand e Francois Hollande, per evitare che fosse loro associata qualunque forma religiosa. La Francia è strettamente laica per legge dal 1905, una delle regole più discusse Oltralpe, invocata in modo controverso nel 2004 per vietare simboli religiosi (incluso il velo islamico) dalle scuole. La decisione di Macron di accettare il titolo onorario del canone ha sollevato un polverone di polemiche, soprattutto dopo l’ammissione di voler in qualche modo ristabilire un legame tra Chiesa e Stato.