CASAL DI PRINCIPE – Essendo già coinvolti in un’indagine per mafia, apparire in prima persona nel mondo degli appalti pubblici, per Raffaele Pezzella, 49enne originario di Casal di Principe, e Tullio Iorio, 50enne sanciprianese, ma residente a Villa di Briano, sarebbe stato complicato. E così, questa la tesi dei pm Maurizio Giordano e Graziella Arlomede, i due dell’Agro aversano, ritenendosi potenzialmente destinatari di proposte di prevenzione patrimoniale antimafia, avrebbero intestato fittiziamente a Carmine Petrillo, 42enne di Caserta, la titolarità di tutte le quote della Costruzioni Generali Sud, e a Carlo D’Amore, 46enne di Casapulla, la proprietà della Comed. Questa strategia, secondo la Dda, era stata adottata da Iorio e Pezzella per avere imprese ‘schermate’ da poter spingere nelle procedure di assegnazione di appalti pubblici che passavano per le mani di tecnici amici.
Tale vicenda è stata oggetto di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia che, oltre ai due imprenditori e ai loro presunti prestanome, coinvolge altre 8 persone. E a questi 14 soggetti, nelle scorse ore, la Procura ha notificato la conclusione delle indagini preliminari: raccolti e analizzati gli elementi forniti dalla polizia, i pm Giordano e Arlomede, adesso, valuteranno se (e per chi) avanzare o meno la richiesta di rinvio a giudizio.
Ai 14 indagati sono contestati i reati di turbativa d’asta, turbata libertà nella scelta del contraente, favoreggiamento, dichiarazioni false rese a pubblico ufficiale, trasferimento fraudolento di beni e riciclaggio
Nell’elenco degli inquisiti c’è Piero Cappello, 61enne di Piedimonte Matese, ex presidente del Consorzio Asi, che avrebbe agito, dice l’accusa, quando era dipendente dell’ufficio Tecnico del Comune di Calvi Risorta, per turbare la gara tesa ad affidare i lavori di adeguamento e manutenzione straordinaria della viabilità comunale interna e di collegamento verso le strade Ss 6 Casilina e Sp 194, reato che il matesino avrebbe commesso in concorso con Pezzella, Iorio e Petrillo. Per la Dda avrebbe “turbato” pure quella per assegnare l’opera di riqualificazione del complesso scolastico Cales a favore della Comed di D’Amore (anche lui indagato con il tecnico e i due dell’Agro aversano per turbativa d’asta).
L’indagine
Questa indagine, lo scorso novembre, aveva fatto scattare tre misure cautelari (per Iorio, Pezzella e Cappello), poi annullate dal Riesame. Rispetto a quella fase, il prosieguo dell’attività investigativa ha portato la Dda a coinvolgere nell’inchiesta altri soggetti: tra loro ci sono il sindaco di Calvi Risorta, Giovanni Lombardi, e l’imprenditore Francesco Verazzo, 64enne, originario di Casal di Principe ma che ha messo radici a Capua. Ai due viene contestato il reato di turbata libertà nella scelta del contraente sempre in relazione ai lavori alle strade che portano alla Casilina e alla Provinciale 194. Lombardi, dice l’accusa, avrebbe consegnato a Verazzo, prima dell’indizione della gara d’appalto, documenti riguardanti l’appalto garantendogli l’aggiudicazione. La procedura si concluse con l’affidamento alla Cgs, animata secondo la Dda da Iorio e Pezzella, e Verazzo avrebbe chiesto al sindaco la promessa di ottenere futuri appalti. A sindaco e imprenditore viene contestata anche l’aggravante mafiosa. L’inchiesta ha acceso i riflettori anche su un altro appalto bandito dal Comune di Presenzano dal valore di 500mila euro, turbato, secondo la Procura, per farlo aggiudicare illegittimamente alla D’Alessandro Costruzioni, amministrata da Gennaro D’Ascenzio, 38enne di Ercolano, ma di fatto gestita da Pezzella. In relazione a questa vicenda, sono indagati Pezzella e D’Ascenzio in concorso con il tecnico Cappello e Carlo De Caprio, 65enne di Presenzano, che svolgeva il ruolo di Rup e presidente della commissione di gara.
Sempre il Comune Presenzano è finito sotto la lente della Dda per un secondo appalto: la realizzazione di un’area attrezzata in località Pozzo, gara che avrebbero turbato, affermano i pm Giordano e Arlomede, Pezzella, De Caprio, Cappello e due new entry (nell’indagine), Francesco Di Fiore, rappresentante della Sc Costruzioni, e Massimo Di Stefano, istruttore tecnico del Comune di Presenzano. A quest’ultimo, a De Caprio e a Cappello, la Dda contesta pure il reato di falso. Petrillo, invece, oltre a fare da prestanome, avrebbe compiuto, in concorso con Giuseppe Napoletano, contabile della Cgs, anche il reato di riciclaggio, svolgendo 65 operazioni di prelievo contante, pari a 39mila euro, e 14 bonifici verso la Parking Group per 442mila euro per prestazioni inesistenti. Il tutto per “pulire” soldi derivanti dagli appalti ottenuti, afferma la Dda, in modo illecito.
Sono indagati anche Teresa D’Alessandro, 42enne di Caserta, per aver reso, questa la tesi della Procura, dichiarazioni false alla polizia giudiziaria sui rapporti di sua conoscenza con Iorio e Pezzella, e il vicesindaco Giuliano Ciprio, 50enne, accusato di favoreggiamento personale, per aver effettuato una “bonifica ambientale” all’interno dell’ufficio tecnico alla ricerca di eventuali microspie, aiutando Cappello, secondo l’accusa, ad eludere le investigazioni.
I 14 indagati che rischiano il processo sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.
Nel collegio difensivo, gli avvocati Giuseppe Stellato, Ferdinando Letizia, Claudio Sgambato, Marco Palermo, Vincenzo Alesci e Marco Campora.
A seguito dell’emissione dell’ordinanza cautelare per Cappello, Iorio e Pezzella, la prefettura di Caserta inviò a Calvi la commissione d’accesso per verificare eventuali ingerenze della mafia nella gestione del Comune.