BARI – “La lungimiranza nel perseguimento degli obiettivi illeciti della criminalità organizzata pugliese sembra rivolgersi anche all’amministrazione della giustizia estendendo il sistema corruttivo al deplorevole mercimonio della funzione giurisdizionale esercitata da un appartenente all’ordine giudiziario del capoluogo pugliese”. È quanto si legge con riferimento alla criminalità organizzata pugliese nella relazione del ministero dell’Interno al Parlamento, sull’attività svolta dalla Dia (Direzione Investigativa Antimafia) nel primo semestre del 2021. Il passaggio è relativo agli arresti di un ex gip del tribunale barese e di un avvocato penalista del foro di Bari, il 24 aprile 2021. Entrambi, lo scorso 29 marzo, sono stati condannati per corruzione in atti giudiziari, in primo grado, a 9 anni e 8 mesi di reclusione.
“Tramite gli accordi con un avvocato del Foro di Bari e dietro corrispettivo in denaro” il giudice “avrebbe emesso provvedimenti di scarcerazione in favore di alcuni elementi di spicco delle compagini criminali baresi e foggiane già indagati in importanti operazioni di polizia giudiziaria anche per reati aggravati dal metodo e fine mafioso”, si legge nella relazione.
“I relativi riscontri che emergono dal compendio investigativo del 24 aprile 2021 offrono la percezione di una metodologia mafiosa che in Puglia riuscirebbe ad incidere nel tessuto sociale attraverso un’artificiosa rete di complicità finalizzata ad agevolare le sue condotte criminose”, conclude la relazione.
(LaPresse)