MILANO – “Dove c’è mafia, non c’è futuro. Questo Chinnici lo sapeva bene e, a quasi quarant’anni dalla sua morte, la sua lezione resta per noi ancora molto preziosa. Da allora, infatti, grazie anche al suo esempio, il nostro Paese ha compiuto molti passi in avanti nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, soprattutto sul piano normativo e della cooperazione internazionale”. Così il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, nel messaggio inviato al presidente della Fondazione Rocco Chinnici, Giovanni Chinnici, per gli eventi commorativi del 39° anniversario della strage di via Pipitone Federico. “La legalità, il senso di giustizia, il rilancio del Paese, la nostra credibilità internazionale ci impongono di mantenere alta l’attenzione e di considerare la lotta alla mafia una priorità assoluta che richiede ogni sforzo. Figure come quella di Rocco Chinnici, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e moltissimi altri – aggiunge – ci ricordano che è una sfida che possiamo e che meritiamo di vincere. Con questo auspicio, e ringraziandovi per l’attenzione che avete inteso rivolgermi, invio a tutti i presenti il mio saluto più cordiale”.
“Desidero rivolgere i miei sentimenti di sentita vicinanza e solidarietà a tutti i partecipanti alla commemorazione del magistrato Rocco Chinnici, assassinato dalla mafia il 29 luglio del 1983 a Palermo insieme agli uomini della sua scorta – il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta – e a Stefano Li Sacchi, il portiere del palazzo di via Pipitone Federico davanti al quale si consumò la strage. Alla Fondazione Rocco Chinnici, in particolare, esprimo il mio apprezzamento – afferma – per l’impegno con il quale in tutti questi anni ha saputo onorare l’eredità ideale del magistrato attraverso la promozione dei principi di democrazia, legalità e trasparenza. Nella sua attività Chinnici associò la spinta ideale a pragmatismo, lucidità e determinazione nel voler ricostruire i meccanismi di arricchimento delle cosche e delle coperture di cui esse godevano nella politica locale e nell’economia corrotta. I suoi metodi erano innovativi, fondati sul coordinamento delle inchieste e sulla valorizzazione di giovani magistrati, motivati ed entusiasti, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.
“Sono questi – dice ancora Fico – gli aspetti essenziali di una visione valida ancora oggi per combattere le ramificazioni della mafia nelle dinamiche sociali, politiche ed economiche. A questa riflessione è anche riconducibile il tema oggetto del seminario organizzato in occasione dell’odierno anniversario dalla Fondazione Chinnici, con la collaborazione dell’Associazione nazionale magistrati e l’Arma dei carabinieri”.
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