ROMA – “Ricorrono oggi i trenta anni dalla pubblicazione su ‘Il Giornale di Sicilia’, della lettera aperta di Libero Grassi contro il suo estorsore: una voce coraggiosa che ruppe il muro di silenzio e di omertà degli operatori economici sottoposti alla violenza del potere mafioso e che rappresenta ancora una forte spinta a contrastare con determinazione gli interessi criminali e il tentativo di condizionare la vita economica e sociale di interi territori”. Così il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in una nota.
“Un atto di denuncia che, pochi mesi dopo, il 29 agosto, costò la vita all’imprenditore siciliano, il cui coraggio favorì l’apertura della stagione della ribellione delle vittime alle richieste di pizzo da parte di Cosa nostra”, prosegue la titolare del Viminale, ribadendo la necessità di trasformare “l’eredità morale di Libero Grassi in un impegno costante per denunciare e per affidarsi alle Istituzioni”. “Dobbiamo sostenere i cittadini e le imprese – conclude Lamorgese – che compiono scelte di legalità di fronte ai ricatti mafiosi e mettere in campo tutti gli strumenti disponibili per evitare che le vittime dell’usura e delle estorsioni precipitino in una condizione di solitudine e di isolamento”.
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