Roma, 10 lug. (LaPresse) – “Oggi il ministro Salvini ha toccato con mano cos’è la mafia e si è voltato dall’altra parte. Pronunciando la frase: ‘Speriamo di riuscire a fare qualcosa’, riferita agli sfruttatori dei ragazzi di colore che per un euro a cassetta raccolgono arance e mandarini nei campi calabresi, il Ministro ha definito la sua umanità ma anche, se non soprattutto, le reali intenzioni nel contrasto alla criminalità organizzata”. Lo afferma, in una nota, Carmelo Miceli, deputato del Pd.
continua Miceli
“Anche lo sfruttamento del lavoro nero è mafia. E un ministro dell’Interno, di fronte al grido di dolore di chi viene sfruttato, non può mostrarsi ondivago o subordinare il tutto alla nazionalità delle vittime. La mafia è mafia e deve essere combattuta. Senza se e senza ma. Altro che, prima gli italiani! Salvini, nella lotta alla mafia, prenda esempio dal Pd che proprio per reprimere certe derive nella scorsa legislatura ha introdotto il reato di caporalato e i suoi in quell’occasione alla Camera – conclude l’esponente dem – si sono incomprensibilmente astenuti”.