ROMA – Gelo fra le toghe e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dopo gli attacchi della Lega alla magistratura per l’inchiesta su Matteo Salvini. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Francesco Minisci ha dichiarato a Repubblica che “tutti coloro che ricoprono incarichi istituzionali, anche i membri del governo, in particolare il ministro della Giustizia, debbono avere a cuore e difendere le prerogative costituzionali della magistratura”. Ieri lo stesso Salvini ha detto al Messaggero che “se i magistrati pensano di intimorire qualcuno si sbagliano”. Un riferimento al procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio che lo ha iscritto nel registro degli indagati, per i reati di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.
Salvini: serve la riforma della giustizia
Il ministro ha aggiunto che il Governo vuole la riforma della giustizia, “non per l’inchiesta su Salvini ma perché abbiamo milioni di processi arretrati. Una riforma dei tempi della giustizia serve. Poi affronteremo la separazione delle carriere e il correntismo della magistratura”. Prima ancora, il deputato leghista Giuseppe Bellachioma avva scritto sui social “se toccate il Capitano vi veniamo a prendere sotto casa… occhio!!!”.
Bonafede: magistratura non può essere offesa
Domenica scorsa Bonafede ha scritto sulla sua pagina social citando fra i “cardini fondamentali della democrazia”. la separazione dei poteri e il rispetto della magistratura “che può chiaramente essere criticata, ma mai offesa. Ventilare un movente politico dietro l’azione dei magistrati appartiene a una stagione politica ormai tramontata con l’arrivo della Terza Repubblica e del governo del cambiamento”. Ieri il Guardasigilli ha aggiunto che “parlare di pm politicizzati, oggi, è totalmente fuori tempo. Uno degli obiettivi che il Guardasigilli si è posto sin dal suo insediamento è quello di tirare fuori la giustizia dal pantano in cui la politica l’ha costretta negli ultimi decenni. E su questo non arretrerà di un millimetro”. Ma per l’Anm questo è troppo poco e arriva troppo tardi.