Di Maio e Salvini verso l’accordo sulle Camere

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

MILANO  (Alfredo Stella) – Si prospetta una frattura insanabile tra Berlusconi e Salvini. Il primo, è cosa risaputa, tende la mano al Pd, l’altro ai 5S. Una divergenza che prende forma anche dopo il confronto, seppur telefonico, tra Salvini e Di Maio usciti vincenti dalla scorsa tornata elettorale. “Ieri, poco dopo le ore 20 ho ricevuto una telefonata da Matteo Salvini – ha scritto Di Maio sul suo blog – mi fa piacere raccontarvi cosa ci siamo detti perché voglio che tutto avvenga nella massima trasparenza. Ed in quanto primo partito, il M5S pare abbia rivendicato la presidenza della Camera dei deputati. Grazie anche al 32% dei voti, pari a quasi 11 milioni di italiani che hanno scelto di votarli. “Alla Camera abbiamo il 36% dei deputati. Per noi questa volontà è sacrosanta e vogliamo che venga rispecchiata. Anche Salvini – conclude Di Maio – ha riconosciuto il nostro straordinario risultato, e io ho riconosciuto il successo elettorale ottenuto dalla Lega”. Dunque un accordo che pare prendere forma. Entrambi sembrano sempre più vicini a discapito di Berlusconi che mai vorrebbe i 5S al governo, preferendogli l’ex partito di Renzi. “Oggi i nostri capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli – spiega Salvini – si confronteranno anche con le altre forze politiche. L’interlocuzione sulle presidenze delle Camere, come abbiamo già detto, è slegata da ciò che riguarderà la formazione del governo. Abbiamo concordato sulla necessità di confrontarsi sulle presidenze delle due Camere nel rispetto del voto degli italiani – ha continuato Salvini – che, subito dopo ha chiamato Maurizio Martina e Pietro Grasso sottolineando loro la volontà di rendere operativo il Parlamento il più presto possibile – Ho il mandato della coalizione a sentire gli altri segretari sulle Presidenze delle Camere”. Ma, spiega, “i ragionamenti sugli organismi di garanzia sono slegati da ragionamenti sul governo”. Ragionamenti a cui, tuttavia, non si sottrae: il punto di partenza è un ‘no’ a qualsiasi governo che abbia al centro Gentiloni, Boschi, Minniti. Tutto il resto è possibile, specie se si fa riferimento ad eventuali punti di convergenza, come il taglio di vitalizi e do altre spese inutili che hanno fatto cadere il paese in una situazione economicamente quanto meno precaria. “Da oggi, in accordo con Luigi Di Maio, inizieremo le interlocuzioni con gli altri gruppi politici per le presidenze di Camera e Senato”, annunciano dal blog i capigruppo designati Giulia Grillo, e Danilo Toninelli. Salvini batte sulla eliminazione della legge Fornero, sulla riduzione del 15 per cento delle tasse per rendere l’Italia più federale e meno burocratica. “Se ci sono altri suggerimenti a partire da questo presupposto – ha concluso il leader del Carroccio – siamo ben contenti di accoglierli”. La Lega insomma apre ad un confronto sul programma con i 5 stelle che al momento non possono rifiutare avendo, da parte loro, sostenuto la stessa posizione.

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