‘Mala’ di Pianura: i Calone-Esposito chiedono aiuto ai boss di Secondigliano

L’obiettivo è chiudere la ‘partita’ con i Carillo-Perfetto una volta per tutte

La mala di Pianura è in fermento. Il clan Calone-Esposito cerca l’affondo e ha chiesto aiuto ai boss di Secondigliano, tramite i Licciardi (un tempo i ras collaboravano con la Masseria Cardone e sono rimasti in buoni rapporti). Esiste una sorta di patto di mutuo soccorso. E oggi c’è bisogno di nuove forze militari, per la guerra di Pianura.
L’obiettivo dei Calone è lanciare l’offensiva finale per sparigliare i Carillo-Perfetto. E gli investigatori si aspettano un bagno di sangue nelle prossime ore.
Nelle due cosche c’è stato un ricambio generazionale. Troppo veloce e molto pericoloso. I Carillo hanno preso il posto dei Marfella-Pesce, mentre a raccogliere l’eredità dei Mele sono stati i Calone-Esposito. Dunque la faida parte da lontano.
Gli agenti del commissariato guidato dal vice questore Arturo De Leone lavorano per ricostruire la mappa geocriminale e intuire le prossime mosse dei clan. La guerra non è finita. Gli investigatori lo sanno bene. Senza un accordo per la pace gli scenari sono imprevedibili: le ‘paranze’ sono andate troppo avanti. Dunque ora serve una dimostrazione di forza, per chiudere la partita. Ci hanno già provato i Sorianiello e i Calone, calando la ‘carta jolly’. In pratica la paranza della ’99 aveva capito che così non si andava da nessuna parte e aveva cercato di unificare tutte le fazioni, parliamo della mala di Pianura, Soccavo, Fuorigrotta e Bagnoli. Molti sono deboli ora, perché non hanno ras di spessore liberi. Vero. Ma comunque sodalizi radicati da anni e poco disposti a cedere potere. Secondo gli investigatori, non è andata bene. Almeno fino ad oggi, il progetto non ha avuto successo. Anzi. Ha creato ulteriori malumori. Ormai gli schieramenti sono consolidati. Da una parte i Carillo, di stanza nella roccaforte di via Evangelista Torricelli, dall’altro il gruppo Calone di via comunale Napoli. Tutti possono contare su solide alleanze. Anche se – a guardare le piazze di spaccio – ai Carillo ne resta sostanzialmente una, quella in via Torricelli. più una piccola ‘postazione’ in via Escrivà.
Così i Calone-Esposito-Marsicano dettano ‘legge’. Per un motivo semplice: possono contare su più di venti uomini ‘operativi’. Solo otto sono gli affiliati pronti alla guerra, schierati dal gruppo Carillo-Perfetto. E stando alle ultime informative della polizia, nella battaglia contano molto le scarcerazioni. Come pure i blitz delle forze dell’ordine: le ‘retate’ tolgono risorse importanti alle organizzazioni. L’apice è stato registrato il sedici giugno con una sparatoria in via Evangelista Torricelli: a terra gli agenti del commissariato trovarono 13 bossoli calibro 9×21. Ma da mesi i gruppi di fuoco si sfidano nelle palazzine di edilizia popolare. La Procura e le forze dell’ordine monitorano con attenzione ogni segnale dal territorio. A maggio ha lasciato il carcere Pasquale Carillo, fratello di Antonio Carillo, quest’ultimo ritenuto dagli inquirenti ai vertici del gruppo, che si oppone alla fazione di Antonio Calone. Gli equilibri sono precari e gli investigatori s’aspettano di tutto nelle prossime ore.

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