Malagò: “Allenarsi una cosa, fare una partita un’altra”

"Una cosa è allenarsi e una cosa e fare una partita, ovvero dal luogo dove stanno andare in Italia o fuori per fare una competizione con tutta la delegazione"

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – “Una cosa è allenarsi e una cosa e fare una partita, ovvero dal luogo dove stanno andare in Italia o fuori per fare una competizione con tutta la delegazione”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ospite a Radio Kiss Kiss Napoli, sul possibile ripresa del campionato di calcio. “Europei in Italia e non itineranti? Spetta all’UEFA. Sono stati firmati dei contratti. L’Italia non ha gli stadi per ospitare gli Europei. L’Olimpico, la Juventus Stadium e la Dacia Arena sono gli unici a norma”, ha aggiunto. “I miei rapporti con Gravina? Ci siamo sentiti per farci gli auguri di Pasqua. Ho un rapporto continuo e costante. Non c’è nessuna ricostruzione diversa da quello che sto dicendo”, ha continuato.

Una scelta da fare con coscienza

“Legittime le aspirazioni di completare il campionato. Ma le regole di ingaggio sembrerebbero definite in una riunione con i responsabili del settore in Federcalcio. Non si può privilegiare il grande campione al giocatore delle serie minori. Vedremo i provvedimenti. Si potrà gradualmente ricominciare. Sono contento che le squadre id calcio si possano riallenare”, ha aggiunto Malagò. “Ad esempio Federica Pellegrini si allenava da sola col suo allenatore a bordo vasca a 15 metri di distanza. Sono stati accomunati 300 casi di atleti di vertice. Perché a torto o a ragione il Comitato Scientifico ha deciso di fermare tutti”, ha sottolineato il numero uno dello sport italiano.

LaPresse

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