ROMA – Malattie che provengono dal continente africano: medici e ricercatori a confronto per studiare rimedi ed evitare che possano contagiare l’Europa. E, di conseguenza, dare un supporto agli scienziati africani per i quali maggiori sono le difficoltà di riuscire a pubblicare i propri studi.
Il congresso itinerante
E’ così che nasce una un’idea innovativa sia nel campo della medicina che nel campo del sociale: il congresso itinerante ‘Skin on the move’ che, da oggi all’8 dicembre si svolgerà in Etiopia viaggiando tra tre zone in aree rurali. A promuoverlo, il direttore scientifico dell’Istituto San Gallicano di Roma Aldo Morrone, la cui scommessa è anche dimostrare come l’Africa possa e debba essere luogo per la promozione della ricerca, soprattutto oggi. e dare voce agli scienziati africani per i quali maggiori sono le difficoltà di riuscire a pubblicare i propri studi.
Pelle in movimento
Axum, Makalle e Sheraro nella regione del Tigray al confine con Sud Sudan ed Eritrea, le zone che il congresso toccherà in questi giorni di studi: aree rurali più remote dove sono ancora forti le tensioni tribali e dalla quale proviene l’attuale direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Ghebreyesus. “Una sede insolita per un consesso scientifico, così come lo è il tema del congresso: ‘Skin on the move”, ovvero ‘Pelle in movimento – spiega Morrone – vuole indicare come proprio la pelle possa essere un elemento in movimento tra Nord e Sud del mondo e possa rivelarsi un importante campanello d’allarme per numerose malattie, varie delle quali sono poco note nei paesi europei”.
Gli insetti vettori di malattie
Per questo, è importante imparare a riconoscerle dai primi sintomi, che spesso arrivano proprio dalla pelle, prima che peggiorino. Malattie che possono giungere oggi facilmente anche in Europa: i vettori che le trasmettono, mosche e zanzare, possono infatti arrivare attraverso le merci o il trasporto aereo. Ad esempio l’Ebola si può diagnosticare precocemente dalla presenza di particolari lesioni cutanee, e la stessa cosa vale per l’infezione da virus Zika, per la lebbra e la malaria. Basta cioè una semplice lente, unita però a tanta competenza, per fare diagnosi precoce di queste gravi malattie”.
Oltre 150 specialisti
“Essere in Africa – sottolinea – è importante anche per studiare alcune patologie di insorgenza recente nel continente africano ma delle quali non si conoscono ancora le cause e che potrebbero rappresentare una minaccia per tutti”. Per questo, “la sfida – dice Morrone – è portare medici e infettivologi nelle zone dove tali malattie infettive si sviluppano, per studiarle, visitare i malati sul campo e imparare a diagnosticarle dai primi segnali”. Una sfida che lascia ben sperare: saranno oltre 150 gli specialisti che parteciperanno al congresso itinerante ed ai ricercatori africani che giungeranno per presentare proprie ricerche scientifiche verrà assegnato un contributo finanziario. Verrà anche messo a punto un Atlante mondiale di dermatologia, che sarà poi distribuito dalla International Society of dermatology.
Le aziende farmaceutiche investano in questi luoghi
Un congresso-sfida che si apre con un ulteriore auspicio: “La speranza – conclude Morrone – è che in futuro anche la grandi aziende farmaceutiche comprendano l’importanza di investire in queste aree del mondo per diffondere le conoscenze scientifiche e fare ricerca, perché il mondo, oggi più che mai, è uno ed i confini, tanto più sul fronte della salute, cono sempre più labili”.