BERLINO– Mentre il bilancio delle vittime degli allagamenti nell’Europa centrale è salito a oltre 160 morti, e prosegue la corsa contro il tempo per cercare i dispersi, l’acqua recede e il personale d’emergenza comincia a far i conti con i danni. Nelle zone più colpite del Belgio è andata anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che con il premier Alexander De Croo ha incontrato abitanti e soccorritori. Si è detta “triste e scioccata” dalla devastazione, aggiungendo: “Siamo con voi in questo momento difficile, con tutto il cuore. Il vostro lutto è il nostro lutto. Ne usciremo insieme”.
In Germania, il numero dei morti è salito a 98 nel Land di Renania-Palatinato, a 43 nel vicino Nord Reno-Westfalia. In Belgio, le autorità hanno confermato 27 decessi. I soccorritori prevedono di trovare altri morti, ma il numero dei dispersi è calato costantemente, senza che sia stato più comunicato quello ufficiale. Nel frattempo, l’acqua ha cominciato a ritirarsi in numerose regioni, rivelando l’entità dei danni causati da giorni di piogge intense che hanno trasformato piccoli fiumi in torrenti in piena, che hanno distrutto case, trascinato via auto, intrappolato persone.
“Molti hanno perso tutto quel che avevano costruito: proprietà, case, abitazioni. Solo tra qualche settimana sarà possibile dire quanti danni dovranno essere risarciti”, ha detto il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, dopo aver incontrato abitanti e soccorritori a Erftstadt. “Molte persone in queste regioni non hanno più altro che la speranza: non dobbiamo deluderla”, ha aggiunto. La cancelliera Angela Merkel discuterà la questione mercoledì con il governo.
Nel frattempo, circa 700 persone sono state evacuate dalla cittadina tedesca di Wassenberg, sul confine olandese, dopo che una diga si è rotta lunga il fiume Rur. Parte dell’Olanda meridionale ha subito pesanti allagamenti e i volontari hanno lavorato incessantemente per rafforzare le dighe e proteggere le strade. Migliaia di persone, poi, sono potute tornare alle proprie case sabato mattina, dopo essere state evacuate giovedì e venerdì. Il premier Mark Rutte, in visita, ha detto: “Prima il coronavirus, poi queste inondazioni, e presto le persone lavoreranno per ripulire e per la ripresa. Un disastro dopo l’altro, non abbandoneremo il Limburgo”, cioè la zona più colpita. Il suo governo ha dichiarato lo stato d’emergenza, per usare i fondi nazionali a sostegno delle persone colpite. Anche in Svizzera sono cadute piogge pesanti, a causa delle quali vari fiumi e laghi sono esondati. Le autorità di Luserna hanno chiuso per questo vari ponti sul fiume Reuss.
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