Maltempo, allarme grandine sulla raccolta di frutta e verdura

Il nostro territorio è a rischio idrogeologico e il cambiamento climatico provoca effetti irreversibili sulle coltivazioni agricole

Foto LaPresse - Andrea Panegrossi

MILANO (LaPresse) – E’ allarme nelle campagne per l’arrivo di nubifragi con grandine che è la più temuta in questa fase stagionale. Per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni di frutta e verdura nei campi. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’allerta della Protezione civile in diverse regioni.

“Nelle zone interessate dal maltempo – sottolinea la Coldiretti in un comunicato – sono particolarmente concentrate le coltivazioni di frutta. Dai kaki ai kiwi fino alle ultime mele prossime alla raccolta e sono state stese a protezione le reti antigrandine. Che tuttavia non sono ancora sufficientemente diffuse”.

In pericolo la raccolta di olive e la vendemmia

“A rischio in alcune zone – precisa la Coldiretti – anche la raccolta delle olive appena iniziata e la vendemmia giunta alla fase finale. Sono gli effetti di una evidente tropicalizzazione del clima con il moltiplicarsi di eventi estremi che rischiano di aumentare il già pesante bilancio delle perdite per l’agricoltura che quest’anno fino ad ora ha subito danni per 600 milioni di euro all’agricoltura secondo la Coldiretti”.

Gli effetti del maltempo sull’agricoltura

L’andamento climatico del 2018 è stato infatti segnato, sottolinea la Coldiretti, “da una temperatura mai cosi elevata dal 1800 con valori superiori di 1,53 gradi la media storica nei primi nove mesi secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr ma anche da violente manifestazioni temporalesche che a macchia di leopardo hanno colpito la Penisola”.

Un territorio a rischio

“A preoccupare è anche il rischio idrogeologico poiché i cambiamenti climatici – conclude la Coldiretti – si abbattono su un territorio già fragile con la presenza in Italia di 7275 comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, il 91,3% del totale ma la percentuale sale al 100% per Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria e tra il 90% e il 100% in Abruzzo, Lazio, Piemonte, Campania, Sicilia e in Provincia di Trento”.

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