CAGLIARI – “C’è una questione etica? No, ritengo che non sia da porsi. Il desiderio di maternità non può essere sottoposto a un giudizio di questo tipo: noi medici abbiamo il dovere di mettere dubbi, stimolare la riflessione e percepire la consapevolezza di chi sceglie un percorso del genere. Ma non è giusto né opportuno che siamo noi a parlare di etica, la cui concezione è peraltro estremamente variabile nel tempo e nello spazio”. E per il professor Antonio Macciò, direttore della Ginecologia oncologica del Businco e del reparto di Ginecologia e Ostetricia del Brotzu, i più importanti ospedali di Cagliari, la storia di Maria Cristina Lecis e Bruno Lai, diventati genitori a 57 e 66 anni, “è una storia bellissima”. Una di quelle che, dice a LaPresse, “vale la pena raccontare” perché è fatta di speranza, determinazione, forza di volontà. Una storia “che ha avuto al centro, sin dal primo momento, un progetto vita e non solo un desiderio di appagamento personale”.
La storia di Maria Cristina e Bruno, con la loro piccola nata qualche giorno fa con un taglio cesareo e un peso di 2 chili e 930 grammi, è il classico lieto fine di una storia iniziata circa 7 anni fa non nel migliore dei modi. Anzi: tutti i medici che Maria Cristina aveva consultato in seguito ad alcuni disturbi le avevano consigliato l’isterectomia, cioè l’asportazione dell’utero, anche per ridurre il rischio, estremamente alto, di ammalarsi di tumore. Ma lei non se la sentiva di rinunciare al suo sogno di sempre, quello di diventare madre, sogno che non era ancora riuscita a realizzare. E che un intervento così radicale e definitivo avrebbe spazzato via per sempre.
Dopo essersi ben informata, e convinta dal grande numero di pubblicazioni internazionali, si è rivolta insieme a suo marito al professor Macciò. “Ci siamo incontrati, mi hanno raccontato quanto desiderassero diventare genitori, e mi hanno chiesto se ci fosse anche una piccola possibilità di salvare l’utero. Ho accettato la sfida e così l’abbiamo operata, asportando i fibromi e riportando l’utero in condizioni ottimali”, racconta Macciò.
“Dopo qualche mese, il loro percorso di ricerca di un figlio è ripreso, ormai erano passati anni dal nostro primo incontro, fino a quando la signora è rimasta incinta. Qualche settimana prima del parto mi hanno ricontattato perché erano subentrati alcuni problemi piuttosto seri che abbiamo risolto, prendendoci alcuni rischi e con una grande collaborazione da parte dei neogenitori, sempre collaborativi e determinati. Credo sia davvero una bellissima pagina nella storia della medicina”, sottolinea Macciò. E un caso piuttosto raro, non solo in Sardegna.
In questi giorni Maria Cristina viene affiancata e supportata dal gruppo ostetriche dell’ospedale, che non la lasciano mai sola per aiutarla a iniziare la sua nuova vita tenendo fra le braccia la sua bambina così tanto desiderata.
(LaPresse – Sara Panarelli)