NAPOLI Un vero e proprio schiaffo, in termini politici ma anche umani, da parte di Gaetano Manfredi verso Vincenzo De Luca. Nonostante le tante voci critiche su questa scelta, Manfredi ha deciso: accoglierà nella sua coalizione, che a questo punto si può definire di estrema sinistra, i centri sociali napoletani, anche quelli come Insurgencia e l’organizzazione Stop Biocidio che hanno più volte, in questi anni, contestato duramente De Luca, con due episodi su tutti: il lancio di sacchetti di spazzatura con il volto del figlio Roberto e l’aggressione, sempre a colpi di sacchetti di spazzatura, di cui il presidente della Regione fu oggetto il 30 novembre 2019 ad Aversa. L’aggressione di Aversa fu rivendicata da Stop Biocidio su Facebook: “De Luca duramente contestato ad Aversa. Sono piovute diverse sacchette sul governatore. Un personaggio”, si legge nel post sulla pagina Facebook degli antagonisti, “che dopo un’estate che ha visto decine e decine di roghi tossici ogni giorno, si permette ancora di dire che terra dei fuochi non esiste e non è un problema. Non esiste altra strada: o lui o la nostra terra. Vattene”. Il 2 dicembre De Luca si recò personalmente in Questura, a Napoli, per denunciare i fatti: “Ho presentato una denuncia”, scrisse il governatore, “perché non si è trattato di una protesta, ma di un atto di squadrismo, di delinquenza, un tentativo di aggressione da parte di chi non ha detto niente per 20 anni e che quando bonifichiamo le discariche della Terra dei Fuochi viene a protestare”, aggiunse De Luca.. Niente da fare: Manfredi, seguendo la linea del segretario metropolitano del Pd, Marco Sarracino, ha deciso di imbarcare in coalizione i centri sociali, probabilmente anche per rimarcare la sua netta distanza da De Luca. Una guerra, quella che Manfredi ha dichiarato contro Palazzo Santa Lucia, che lascia intravedere un’altra stagione di conflitto incandescente tra Comune di Napoli e Regione Campania, se l’ex ministro dovesse diventare sindaco. Manfredi, a Radio Marte, conferma l’accordo con Insurgencia, i cui leader sono Ivo Poggiani e Eleonora De Majo, e con il movimento Stop Biocidio, che con il centro sociale ha legami strettissimi: “Ho sempre lavorato con i giovani”, dice Manfredi, “e penso che dobbiamo lavorare con i giovani e anche le forme di autogestione e di auto organizzazione sono importanti perché sono anche quelle un’espressione di un pezzo della città. Però su una cosa non possiamo derogare: chi entra nella contesa politica, chi vuole lavorare nella democrazia poi deve rispettare le regole della democrazia”. Ieri mattina, tra i fedelissimi di De Luca, le parole di Manfredi sono state accolte con sconcerto: “Non va bene”, dice a Cronache un big dell’entourage del governatore, “Manfredi appare sbandato, sembra che la sua sia una candidatura contro De Luca e in perfetta continuità con le peggiori esperienze dell’amministrazione di De Magistris”. Insurgencia, che ancora guarda a D’Angelo, ne parlerà consultando la sua base. E deciderà su una ipotesi che spacca il centrosinistra.
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Manfredi, schiaffo a De Luca: sì ai centri sociali
Il candidato segue la linea di Sarracino nonostante le contestazioni. I fedelissimi del presidente: “Così non va”