Manovra all’esame del governo. Il documento in cui insiste la revisione del reddito di cittadinanza, la riforma degli ammortizzatori sociali e il taglio del cuneo fiscale giungerà domani in Consiglio dei ministri. Un compito tutt’altro che facile viste le distanze dei partiti su alcune tematiche. Ma domani dovrà uscire il documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles. Ad anticipare la riunione del governo, probabile una cabina di regia.
I nodi
Sul reddito di cittadinanza la discussione si animerà, e non poco. Il M5S vorrebbe mantenerlo così com’è, ma Fi e Pd non sembrano essere troppo d’accordo, anzi. Visto il flop finora ottenuto, sarà necessario trovare la soluzione ottimale affinché il reddito di cittadinanza aiuti i destinatari a trovare un impiego. Il ministro Cinque Stelle, Stefano Patuanelli chiarisce: “Mettere in discussione il reddito di cittadinanza è fuori dal tempo – ha detto -. Se poi parliamo di come far sì che la parte di occupabili possa più facilmente trovare una nuova occupazione siamo disponibilissimi a ragionare”.
Esperti al lavoro
Non a caso un gruppo di esperti guidato dalla sociologa Chiara Saraceno consegnerà al premier il rapporto a fine mese: all’interno del documento la “revisione dei requisiti per l’adeguata offerta di lavoro a chi percepisce il reddito di cittadinanza” onde evitare un potenziale rifiuto da parte dell’interessato. Oltre ad altre indicazioni su come “potenziare i progetti utili alla collettività che il Comune di residenza offre a chi percepisce il reddito ed eliminare gli scogli che adesso si trovano di fronte le famiglie numerose e con minori che intendano accedere al sussidio”, o come “rendere meno rigidi i parametri per assegnarlo agli immigrati”. Sotto pressione il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: all’esame la riforma degli ammortizzatori sociali con l’estensione delle protezioni ai lavoratori autonomi, per meglio estendere il concetto della Cig a cui occorrerebbero all’incirca 8 miliardi.
Le distanze
All’interno della maggioranza le distanze tra i partiti si fanno sentire: Lega, Iv e FI chiedono il taglio dell’Irpef, nella riforma fiscale per la quale, ad oggi, sarebbero disponibili 6 miliardi, pochi. Discorso a cui sembrerebbe interessato anche il Pd il cui obiettivo sembrerebbe essere la riduzione delle tasse sul lavoro, per meglio garantire “il potere di acquisto ai dipendenti”. E non ultima, Quota 100 in scadenza a fine anno e di cui la Lega ne chiede l’automatico rinnovo, in quanto è in essere già una legge in proposito. Vedremo.